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di Fiorenza Sarzanini

Corriere della Sera, 16 settembre 2023

“L’immigrazione irregolare, con i grandi problemi che comporta, pone in questi giorni il Paese e l’intera Europa di fronte a una sfida difficilissima. Sono situazioni e momenti in cui si misura la responsabilità. Da parte di tutti. Di chi per definizione ha responsabilità di governo. Di chi deve sostenerlo come forza di maggioranza, di chi fa opposizione: ognuno senza fare miopi calcoli politici”. L’appello del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi arriva nel momento più drammatico della gestione dei flussi.

Ministro, in 48 ore sono arrivate quasi 8.000 persone. Che sta succedendo?

“Siamo di fronte a uno scenario inedito con fattori straordinari che stanno determinando una impennata di partenze, in particolare da alcuni Paesi africani. In Africa vi sono molti Paesi alle prese con il caro prezzo sui cereali, gravi crisi politiche ed economiche, tutti elementi che creano un quadro molto complesso e difficile da affrontare”.

Lampedusa è al collasso, la situazione sembra fuori controllo.

“Lampedusa è sottoposta a una forte pressione. Rispetto a quasi 10 mila arrivi in quattro giorni, gli apparati dello Stato hanno fatto appieno il loro lavoro e hanno dato prova di grande impegno e capacità. Prefettura, Croce Rossa, Forze di polizia, Capitanerie di porto, Vigili del fuoco, personale sanitario. Io ne sono fiero. Stiamo trasferendo i migranti in maniera ordinata dall’isola nelle altre regioni italiane, nonostante la situazione sia estremamente difficile. Stiamo facendo uno sforzo straordinario, non c’è né collasso né perdita di controllo. Anzi, se non ci fossimo organizzati per tempo, con iniziative criticatissime come quella dello stato di emergenza o alcune norma approvate a Cutro, non ci saremmo riusciti. Altro che improvvisazione”.

In campagna elettorale avevate promesso di fermare gli sbarchi. Cosa risponde all’opposizione che vi accusa di fallimento?

“L’opposizione più responsabile è consapevole della delicatezza della situazione e che la stessa non possa essere affrontata se non con soluzioni stabili e durature. Anche a costo di avere momenti difficili come questo. Sono quelle a cui stiamo lavorando e che, sono certo, ci porteranno al più presto a risultati meno urlati ma più solidi”.

La premier Giorgia Meloni annuncia misure straordinarie e urgenti. Quali?

“La discussione è in corso, ma vanno sicuramente rafforzati alcuni strumenti normativi per affrontare alcuni problemi legati all’immigrazione irregolare: i falsi minori non accompagnati, i Cpr da aumentare, le norme per agevolare il rimpatrio di chi ha commesso reati. Si tratta comunque di azioni che possono e devono essere adottate nell’ambito di una cornice europea e nel rispetto della normativa internazionale. Lo stesso vale inevitabilmente per le iniziative finalizzate a bloccare le partenze da altri continenti”.

C’è un problema di sbarchi e un problema di accoglienza. Come pensate di affrontarli?

“Abbiamo completamente stravolto la gestione di Lampedusa e degli altri hotspot in Sicilia e Calabria. In pochi mesi abbiamo aumentato del 10 per cento i posti disponibili in accoglienza sul territorio nazionale. Pur tra innegabili criticità posso dire che stiamo garantendo soluzioni dignitose a più di centomila persone sbarcate. Per il tema degli sbarchi come detto stiamo lavorando su una prospettiva articolata che vada finalmente alla radice del fenomeno”.

Molti sindaci e governatori si dicono indisponibili ad accogliere i migranti. Avete un piano per la distribuzione?

“Certo, e proprio per attenuare l’impatto e le legittime preoccupazioni dei territori stiamo provvedendo alla più capillare distribuzione. È la soluzione migliore. Stiamo lavorando anche per aiutare i sindaci sugli oneri che comporta l’accoglienza dei minorenni o presunti tali”.

Lei è stato indicato al Viminale dalla Lega, eppure il ministro Roberto Calderoli sostiene che se ci fosse stato Salvini al Viminale non saremmo in questa situazione.

“Se me lo permette, su questo tema il tratto comune, la linea di congiunzione tra le due esperienze di governo sono proprio io. A quel tempo ebbi l’onore di collaborare con Salvini condividendo scelte importanti e decisive. Oggi, su uno scenario diverso e complesso, ho la responsabilità di contribuire ad una rinnovata stagione di contrasto ai traffici internazionali di esseri umani la cui organizzazione, nel frattempo, è cambiata e cresciuta. Sono più che convinto che la strada intrapresa ci porterà ai risultati attesi quanto prima”.

Secondo la Lega le missioni diplomatiche hanno fallito. È così?

“No, al di là delle dichiarazioni tutti crediamo che sia un problema europeo e dell’intera comunità internazionale”.

Pensa di utilizzare la Marina come suggerisce il ministro Matteo Salvini?

“La Marina è già attiva nel contrasto in alto mare. E c’è un impegno diretto in tal senso del ministro della Difesa Guido Crosetto insieme alle altre forze dello Stato. Se riusciremo a convincere i Paesi d’origine a bloccare le partenze, la Marina potrà svolgere un ruolo ancora più importante”.

In realtà la Tunisia mostra di non collaborare...

“I contatti con Tunisi sono quotidiani e non solo del Viminale. La Tunisia va aiutata a sostenere la difficile situazione socioeconomica che sta vivendo. E vanno accelerati gli aiuti previsti dall’attuazione del memorandum tra l’Ue e la Tunisia che non è ancora operativo e quindi non ha prodotto i suoi positivi effetti”.

L’Alto commissario Joseph Borrell chiede di non siglare accordi non condivisi dall’Ue. Andrete avanti comunque?

“Certamente. E comunque tutte le iniziative, come ho già detto, sono condivise con le istituzioni europee. Sono affermazioni che rientrano nella normale dialettica politica di una campagna elettorale già iniziata”.

Il presidente francese Emmanuel Macron si è appellato all’Europa per proteggere le frontiere. Pace fatta?

“Nessuna guerra e ne ho avuto ieri ed oggi la riprova: sono stato cercato dalla Commissaria europea Johansson e dal ministro dell’Interno francese Darmanin che, con toni assolutamente inediti, mi hanno rappresentato la loro preoccupazione. Per la prima volta li ho sentiti fermi sulla prioritaria esigenza di aiutarci a bloccare le partenze dalla Tunisia. Non era mai successo: finora le discussioni si erano sempre attestate sulla regolazione dei movimenti secondari”.