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di Francesca Basso

Corriere della Sera, 11 giugno 2022

Pronti ai ricollocamenti 12 Paesi tra cui Francia e Germania. La commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson: “Nei prossimi giorni la presidenza francese e la Commissione Ue organizzeranno un incontro della piattaforma di solidarietà”.

Una delle priorità della Francia alla guida del Consiglio dell’Ue era far progredire il dossier immigrazione. E non a caso la presidenza francese e la Commissione Ue parlano di “accordo storico”. Venerdì a Lussemburgo un passo avanti è stato fatto. I ministri dell’Interno dei 27 Paesi Ue hanno raggiunto a maggioranza un primo accordo politico per la ridistribuzione volontaria dei migranti che arrivano via mare, una sorta di “accordo di Malta” ma allargato. La solidarietà è obbligatoria e può avere due forme: la ricollocazione dei richiedenti asilo o il sostegno finanziario ai Paesi in prima linea, ovvero Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta.

L’accordo è stato raggiunto con il voto favorevole di 15 Stati membri e in 12 hanno dato la disponibilità ad accogliere i migranti. Tra i contrari Ungheria, Austria e Romania che ha fatto presente l’impegno rilevante nell’accoglienza dei profughi ucraini. La Francia ne prenderà 3 mila, la Germania 3.500. L’intesa prevede una ricollocazione di 10 mila migranti all’anno, anche se il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, non ha confermato il numero in conferenza stampa al termine del consiglio Affari interni perché formalmente non sono ancora stati decisi e infatti non compiono nel documento finale.

A giorni sarà operativa la piattaforma di solidarietà che sarà messa a punto dalla Commissione Ue e dalla presidenza francese, in cui saranno indicate le quote che gli Stati membri metteranno a disposizione e i migranti che dovranno essere ricollocati. “Nei prossimi giorni la presidenza francese e la Commissione Ue organizzeranno un incontro della piattaforma di solidarietà per dare espressione concreta a questo storico accordo”, ha annunciato la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson. L’accordo è doppio: solidarietà insieme a responsabilità. Gli Stati di primo arrivo sono tenuti allo screening e alla registrazione nell’Eurodac, il dabatabase delle impronte per richiedenti asilo e migranti irregolari. Obiettivo, su cui insistono Francia, Germania e i Paesi Nordici, limitare i movimenti secondari, cioè gli spostamenti non autorizzati dei migranti dai Paesi di primo ingresso dove dovrebbero fermarsi verso altri Stati Ue. Con la registrazione potranno essere rimpatriati verso il Paese di primo approdo, in attuazione del regolamento di Dublino. Questo però potrà creare qualche complessità ai Paesi come l’Italia.

Il governo italiano è soddisfatto: “È una giornata importante perché è la prima volta che si parla effettivamente del principio di solidarietà unito al principio di responsabilità. Diversamente da quello che era l’accordo di Malta, abbiamo avuto da parte di numerosi Stati l’adesione a questo nuovo meccanismo”, ha commentato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Siamo fiduciosi che ci sarà un aspetto positivo anche per le politiche future dell’immigrazione”, ha aggiunto.

Nella dichiarazione politica si specifica che tra i criteri comuni da seguire “le ricollocazioni dovrebbero favorire principalmente gli Stati membri che devono affrontare gli sbarchi a seguito di operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e lungo la rotta atlantica occidentale, ma potrebbero applicarsi anche ad altre situazioni tenendo conto dell’attuale situazione di Cipro o di eventuali sviluppi nelle isole greche”. Inoltre “ciascuno Stato membro contribuente dovrebbe presentare un impegno di ricollocazione sulla base di una quota target indicativa di ricollocazioni, basata sulla popolazione e sul Pil, pur mantenendo la possibilità di superare tale quota”.