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di Francesco Grignetti

La Stampa, 27 settembre 2023

Sottoposti a esami, i minorenni saranno espulsi se dichiarano una falsa età. Era un indubbio problema, l’arrivo in massa di minori stranieri non accompagnati, 11.650 quelli registrati quest’anno dal ministero dell’Interno. E i centri dedicati sono andati in tilt. Quindi ecco l’idea del governo di rovesciare il tavolo: basta non classificarli più come minori, o quantomeno prevedere controlli medici per tutti quelli che non sono palesemente adolescenti, e il gioco è fatto.

Oggi il governo varerà un decreto che riscrive pesantemente la legge Zampa a tutela dei minori stranieri. La stragrande maggioranza di quelli che finora erano considerate figure fragili, da domani diventeranno particolarmente esposti. Anche perché se verrà dimostrato che l’età dichiarata è un falso, ciò sarà sufficiente per un’espulsione. Che questo significhi che poi un eventuale diciottenne africano colto sul fatto sia davvero rimpatriato, sarà da vedere. Nel frattempo però troverà sbarrate le porte dell’accoglienza di Stato. E non graverà, come è oggi, per 100 euro al giorno sul bilancio del Viminale.

Il decreto che dà un’ulteriore stretta ai migranti, in particolare quelli minori, era atteso da settimane. A leggere i testi, si rivela di una durezza inusitata. Dei minori che prima erano presi in carico con sollecitudine, e in pratica bastava un’autodichiarazione, per essere inseriti nel corridoio protetto dei minorenni, s’è detto. In ogni caso cade un muro: in caso di momentanea indisponibilità di strutture speciali per i minori, un prefetto potrà “disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a sedici anni in una sezione dedicata nei centri e strutture ordinarie”. Unico limite, questa mescolanza tra minori e adulti non dovrà superare i novanta giorni”.

S’indigna la senatrice dem Sandra Zampa, che fu ispiratrice della legge: “Decidere, come annunciato dal governo, che possono essere accolti in promiscuità con gli adulti significa ripartire dal via, dalla disastrosa situazione che ha preceduto l’approvazione della legge, quando nel caos generale, i minori non accompagnati scomparivano, venivano reclutati da organizzazioni malavitose, sfruttati sessualmente, reclutati per il lavoro nero”.

Le donne incinte, poi, vengono eliminate dalle categorie di persone ritenute vulnerabili e perciò meritevoli di un’accoglienza particolare. All’articolo 17, tra le persone portatrici di esigenze particolari, le parole “in stato di gravidanza” vengono soppresse. Insorgono le opposizioni. Commenta Angelo Bonelli, Avs: “Un’altra schifezza. Le donne incinte non verrano considerate persone vulnerabili e andranno nei centri di detenzione. È il governo della vergogna”. Palazzo Chigi interviene però con una nota ufficiale per dire che il senso della norma è l’opposto di quello che si è capito: vulnerabili da ora in poi saranno considerate tutte le donne, non soltanto quelle in stato di gravidanza. “Si tratta di un forte rafforzamento, quindi, della tutela delle donne migranti”.

Il decreto prevede anche la cancellazione delle richieste di asilo internazionale quando lo straniero non si presenta presso l’ufficio di polizia per la verifica dell’identità e per la formalizzazione della domanda di protezione. Non basterà la prima indicazione al momento dello sbarco. “La manifestazione di volontà precedentemente espressa non costituisce domanda secondo le procedure previste e il procedimento non è instaurato”.

Per gli stranieri sottoposti a misure di sicurezza, infine, ossia quelli che abbiano avuto comportamenti violenti, “l’espulsione è disposta dal prefetto” per gravi motivi di pubblica sicurezza, in analogia con quell’espulsione speciale che può essere disposta “per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato dal ministro dell’Interno”. Una misura straordinaria che per anni è stata utilizzata con il contagocce e solo per i sospetti di terrorismo internazionale ora potrebbe diventare una prassi. L’espulsione potrà essere disposta anche nei confronti dei richiedenti asilo o chi gode di un permesso di soggiorno di lunga durata e anche se soggetti a misure di prevenzione e persino quelli con procedimenti penali in corso. Basterà essere considerati socialmente pericolosi per essere espulsi.