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di Giansandro Merli

Il Manifesto, 25 gennaio 2024

Approvato il ddl di ratifica, che adesso andrà in Senato. La Corte costituzionale albanese rinvia l’esame del ricorso al 29 gennaio. La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge di ratifica del protocollo Roma-Tirana per la costruzione di centri di trattenimento per migranti in territorio albanese. 155 i voti favorevoli, 115 i contrari, due gli astenuti. Adesso il provvedimento governativo dovrà passare anche in Senato, dove l’iter di approvazione si annuncia ancora più rapido.

La maggioranza è stata compatta nel sostenere il progetto fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni. Tutti gli emendamenti, ordini del giorno e pregiudiziali di costituzionalità e merito presentati dalle opposizioni sono stati respinti. “Con l’approvazione del ddl si traccia la rotta per nuove politiche migratorie e difesa dei confini”, ha affermato il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Secondo i partiti del centro-sinistra l’intesa è uno spot elettorale di Meloni in vista delle europee anche perché rimangono problemi logistici, incongruenze giuridiche e costi spropositati. Per ora sono calcolati complessivamente in quasi 700 milioni di euro in cinque anni, ma lieviteranno ancora quando saranno chiarite tutte le voci di spesa.

A pieno regime nei centri in Albania saranno “delocalizzati” fino a 3mila migranti contemporaneamente. Nell’ipotesi del governo dovrebbero alternarsi mensilmente, ottenendo la protezione e il trasferimento in Italia oppure il rigetto della domanda d’asilo e il rimpatrio, al termine delle procedure accelerate di frontiera. Ipotesi di ritmo che difficilmente potrà avere riscontro nella realtà. Il governo ha manifestato l’intenzione di trasferire solo uomini soccorsi in acque internazionali - sbarcando in Italia minori, donne e gli altri soggetti vulnerabili - ma sulle procedure di screening, presumibilmente a bordo delle navi, restano grandi punti interrogativi legali e operativi.

Intanto la Corte costituzionale di Tirana, che sta esaminando il ricorso delle opposizioni parlamentari albanesi, ha rinviato al 29 gennaio l’esame del protocollo. Nell’udienza di ieri i ricorrenti hanno chiesto di presentare nuove prove, citando anche le obiezioni sollevate da Amnesty. La sentenza deve arrivare entro il 6 marzo.