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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 13 settembre 2023

Il dl sicurezza pronto da agosto e mai approvato agita la maggioranza. È di nuovo il periodo del mese in cui il governo torna a parlare di un nuovo decreto sicurezza sui migranti. L’ultima volta era agosto, all’indomani di un’aggressione avvenuta a Rovereto da parte di un nigeriano nei confronti di una donna di 61 anni.

Questa volta, però, non c’è un fatto di cronaca alla base dell’esigenza, ma una ragione in tutto e per tutto politica: dalle parti di FdI sentono il fiato sul collo di Matteo Salvini, che è tornato ad alzare la voce sul tema. Un mese fa si parlava di un testo congiunto Piantedosi-Nordio per una “stretta sulle espulsioni degli irregolari con un elevato profilo criminale”, per citare le parole del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni.

La cosa avrebbe dovuto sostanziarsi con il primo consiglio dei ministri di settembre, che invece ha licenziato il dl Caivano senza fare il minimo cenno ai migranti. E così, ieri a Genova, Piantedosi ha rilanciato e, allo stesso tempo, ha preso tempo: “Questo governo si ripromette di limitare o interrompere quanto prima il flusso di migranti, specialmente dal Nord Africa, attraverso soluzioni stabili e durature. Questo è il primo obiettivo. Ma proprio perché vogliono essere stabili, queste iniziative richiedono tempo. Il ministero dell’Interno è tutt’uno con i sindaci nel vivere e affrontare questi problemi, in una logica di equa distribuzione”.

Anche la premier Meloni, all’assemblea di FdI, ha fatto le sue considerazioni, attaccando a testa bassa le opposizioni. “Abbiamo fatto un decreto dopo la tragedia di Cutro, per contrastare il traffico di esseri umani - ha detto -. Ed il Pd decide di finanziare una nave ong indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre che sotto sequestro per violazione del decreto Cutro. E questa è una vergogna”.

Il riferimento è alla visita di una delegazione dei dem alla nave di Open Arms attualmente ormeggiata a Marina di Carrara e sottoposta a fermo amministrativo. Il Pd della Toscana, inoltre, ha partecipato con una sua donazione a una raccolta fondi in favore della ong. L’affondo di Meloni è un modo per buttare la palla in avanti nel momento in cui il pressing arriva dall’interno della sua coalizione. Come detto, infatti, è ormai da qualche settimana che Salvini è tornato a parlare frequentemente di migranti, rivendicando tra le altre cose il fatto che, dopo il decreto sicurezza da lui firmato quando era al Viminale, gli sbarchi fossero diminuiti, mentre adesso avvengono in misura ingente.

Il leader leghista dimentica di ricordare che il calo di cui tanto si vanta era probabilmente dovuto anche al Covid, ma utilizza lo stesso l’evidenza numerica come un’arma utile a spingere una nuova misura che possa facilitare rimpatri ed espulsioni. Meloni e lo stato maggiore di FdI non sono del tutto convinti dell’utilità di una mossa del genere in questo momento - hanno persino smesso di parlare di blocchi navali -, ma l’avvicinarsi della campagna elettorale per le europee dà comunque un bel po’ da riflettere: Salvini, nel tentativo di recuperare consensi, batterà molto sull’immigrazione e FdI non vuole trovarsi nella parte dell’anello debole. Allo stesso tempo, però, Meloni non ha alcuna intenzione di varare una misura che, dopo tanto chiacchierare, verrebbe di certo intestata a Salvini.Fatto sta che il testo Nordio-Piantedosi è pronto ormai da diverso tempo ma continua a non approdare in consiglio dei ministri.

L’attesa adesso è tutta per il weekend, quando andrà in scena la tradizionale adunata leghista di Pontida, alla quale parteciperà tra gli altri anche la francese Marine Le Pen. In quella sede appare assai probabile che Salvini tornerà a parlare di migranti, rimpatri, espulsioni e confini da difendere. Meloni è in mezzo al guado: da un lato deve accreditarsi come leader conservatrice credibile e interlocutrice valida per i popolari europei (che vedono Salvini come il fumo negli occhi), dall’altro ha necessità di non mostrarsi arrendevole su un tema che per la destra è praticamente una bandiera.