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di Carmine Di Niro

L’Unità, 18 novembre 2023

La scelta della Consap, la concessionaria servizi assicurativi pubblici (del ministero delle Finanze) a cui fa capo il Fondo di garanzia dello Stato per il risarcimento delle vittime di incidenti stradali o del mare, di opporsi alle richieste di risarcire i familiari delle vittime della strage di Cutro, il naufragio di un caicco davanti alla spiaggia calabrese del 26 febbraio scorso in cui morirono 94 migranti, provoca un corto circuito all’interno del governo.

Palla all’Avvocatura di Stato - L’esecutivo Meloni, di fronte ad una situazione gestita con “poco tatto”, per utilizzare un eufemismo, sembra pronto a fare retromarcia. Lo si legge nelle dichiarazioni sibilline del ministro degli Esteri Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, che sul parere espresso dal Consap sui risarcimenti ha voluto sottolineare che “sarà l’Avvocatura dello Stato a decidere il da farsi”.

Bongiorno si tira fuori - A ruota sono arrivate le dichiarazioni di Giulia Bongiorno, senatrice della Lega che col suo studio legale rappresenta proprio la Consap nel processo in corso presso il Tribunale di Crotone. “In merito alla questione Consap lo studio legale di cui sono titolare ha illustrato una questione giuridica rilevante che si affaccia per la prima volta in un’Aula giudiziaria. Il nostro incarico era estremamente circoscritto ed è iniziato e si è concluso con l’intervento dell’avvocato Fancesco Colotti all’udienza del 15 novembre”, le dichiarazioni rese all’Ansa dalla presidente della Commissione Giustizia del Senato.

La motivazione adottata in aula di Tribunale per dire “no” ai risarcimenti era che il caicco affondato a pochi metri dalla costa calabrese non può “ritenersi un’imbarcazione adibita al trasporto e dunque assoggettabile al codice delle assicurazioni”. Per questo Colotti aveva presentato richiesta di estromissione dal processo che vede alla sbarra, accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza del favoreggiamento all’immigrazione clandestina, i presunti scafisti del caicco.

La linea di Piantedosi - Le parole più nette arrivano però dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi proprio a Crotone. Parlando della scelta della Consap di richiedere l’estromissione dal processo, il titolare del Viminale ha detto che si è tratto di un “dato formale, una di quelle eccezioni processuali che si fanno in contesti giudiziari”. Il ministro ha così assicurato che “lo Stato non si volta dall’altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica, tragica sciagura che successe a febbraio scorso”.

La retromarcia - Frasi, quelle della Bongiorno, Tajani e Piantendosi, che sembrano far intendere una inversione di rotta del governo sui risarcimenti ai familiari delle vittime del naufragio. Tesi sostenuta anche dall’avvocato Francesco Verri, legale di parte nel procedimento giudiziario. “Le parole del ministro Tajani e dell’avvocata Bongiorno sono un dietrofront? Sono la manifestazione di un saggio ripensamento? Lo Stato si è reso conto di aver agito in modo impietoso e sta correndo ai ripari? Se gli avvocati dicono che il loro lavoro è finito significa che non insisteranno nella loro tesi? Se il Ministro dice che la palla passa all’Avvocatura, vuol dire che ci stanno ragionando sopra? Bene. La Consap ritiri prima del 29 novembre la richiesta di estromissione presentata al Tribunale di Crotone e, in caso di condanna dei presunti scafisti, paghi i danni ai familiari delle vittime”, le parole dell’avvocato. Il riferimento al 29 novembre è dovuto alla decisione del giudice Edoardo D’ambrosio, che presiedeva il collegio penale di Crotone, di rinviare il processo per poter esaminare la richiesta di estromissione del Fondo di garanzia dello Stato.