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di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 24 agosto 2023

Addio all’auto-dichiarazione. Allo studio anche metodi per snellire le pratiche di espulsione degli adulti. Una bozza ancora non c’è. Ma le misure che il Viminale intende prendere sui minori non accompagnati dai genitori che sbarcano, o arrivano in altri modi, nel nostro Paese già si delineano.

Eccole. A partire da quella che avrà più impatto: eliminare la “presunzione di minore età” degli adolescenti che vengono identificati all’arrivo in Italia. Attualmente viene data per buona la dichiarazione con la quale i ragazzi, che arrivano da Paesi dove a volte non esiste neanche un’anagrafe, si auto-attribuiscono un’età. La gran parte degli adolescenti dichiara di avere 17 anni e così può rientrare nei percorsi dedicati ai minori che prevedono maggiori tutele e opportunità di avere il permesso di soggiorno. Nella stretta annunciata dal sottosegretario leghista Nicola Molteni potrebbe invertirsi l’onere della prova. Ai ragazzi spetterebbe dimostrare di non essere maggiorenni qualora non rientrassero negli indicatori previsti. Principalmente a presumere l’età del ragazzo sbarcato è la misura e l’analisi radiografica del polso. Un metodo utilizzato anche oggi in Italia nei contestati. Al termine della misura si dà un verdetto sull’età presunta. Nel caso fosse più di 18 anni, spetterebbe al migrante dimostrare di non essere maggiorenne.

Ma non c’è solo questo allo studio. Si verifica in queste ore la possibilità di “snellire e accelerare” le espulsioni dei migranti adulti. Come? Secondo indiscrezioni, saltando il passaggio giudiziario, cioè senza farli prima comparire di fronte a un giudice che ascolti le loro ragioni, e dando corso invece a un procedimento amministrativo, in analogia con quanto accade per soggetti ritenuti socialmente pericolosi.

Del pacchetto potrebbe far parte anche l’espulsione di chi è sottoposto a un procedimento giudiziario che, in Italia, ha diritto a presiedere a tutte le udienze. L’idea è quella di utilizzare la stessa tecnica della quale si è fatto largo uso durante la pandemia: il processo telematico. Lo straniero sotto inchiesta o sotto processo, sarebbe espulso con la garanzia di poter partecipare da remoto alle fasi preliminari o al dibattimento.

La Lega spinge affinché si faccia al più presto, anche se il pacchetto potrebbe non essere sul tavolo già nel Consiglio dei ministri di lunedì. Tra le emergenze che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intende affrontare c’è quella della carenza di posti disponibili nei centri in cui si identificano i migranti all’arrivo. È lì che si decide chi entra e chi no. Chi resta e chi deve essere espulso. Sono pochi e non reggono l’ondata di arrivi.

Per il sottosegretario Molteni i Centri di permanenza per i rimpatri andrebbero raddoppiati. “La sinistra invece li vorrebbe chiudere - ha detto alla Verità -- Ricordo che sono stati creati nel 2017 dall’allora ministro Minniti. Oggi ne abbiamo circa 9 ma vanno implementati”. Nessuna modifica prevista invece sugli stanziamenti, tema sui quali si scontrano in questi giorni, governo e opposizione. Il contributo per i minori non accompagnati resta fermo a fino a 100 euro pro capite. Il Viminale smentisce che con il decreto Cutro sia stato diminuito fino a un massimo di 60.