sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Rinaldo Frignani e Erica Dellapasqua

Corriere della Sera, 5 febbraio 2024

Il 22enne originario della Guinea è stato trovato morto questa mattina nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria. Disordini tra i migranti, militari feriti. Lanci di sassi contro gli operatori, grate di ferro e porte abbattute. Il tentativo di incendiare un’auto della polizia. Una mattinata di tensione e disordini nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, alle porte di Roma, dopo il suicidio di uno dei giovani in attesa dell’espulsione.

Un ragazzo di 22 anni, originario della Guinea, trovato impiccato all’alba da un responsabile di settore della polizia all’interno della struttura: un’infermiera del presidio medico ha tentato di rianimare il giovane ma era troppo tardi. Il 22enne era arrivato da dieci giorni e doveva essere rimpatriato. Arrivava dal centro di accoglienza di Trapani dal quale era stato trasferito dopo un incendio nel complesso.

Disordini e tafferugli - Dopo aver appreso la notizia della morte del ragazzo, decine di stranieri detenuti nel Cpr hanno dato vita a una serie di incidenti. La polizia è stata costretta a utilizzare anche i lacrimogeni per respingere i ripetuti tentativi di sfondare le porte che dividono un settore dall’altro. Alcuni giovani hanno sfondato due grate di ferro nella parte anteriore del complesso e poi hanno cercato anche di abbattere la porta. Da lì hanno poi tentato di incendiare l’auto della polizia parcheggiata ma le fiamme sono state spente dagli agenti. A quel punto è cominciato il fitto lancio di sassi contro poliziotti e operatori interni. La Scientifica è al lavoro per esaminare i video interni al Cpr per identificare i partecipanti ai tafferugli per i quali potrebbero scattare immediati provvedimenti di rimpatrio.

Militari feriti - Secondo la Questura un sottufficiale dell’Esercito incaricato con altri colleghi della gestione interna della struttura è rimasto ferito in modo serio durante la sassaiola ed è stato trasportato in ambulanza all’Aurelia Hospital. Il militare è stato sottoposto ad accertamenti medici e si trova in osservazione. Negli scontri feriti anche sei carabinieri che hanno tentato di contrastare la protesta violenta di circa sessanta persone all’interno del Cpr, alcune delle quali avrebbero precedenti di polizia e sarebbero in attesa del rimpatrio, come era stato disposto per lo stesso Sylla.

Cucchi: “La Procura chiarisca” - Ilaria Cucchi (Avs), vicepresidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama che già aveva denunciato le condizioni del centro per migranti di Ponte Galeria e che proprio in queste ore sta insistendo anche sui suicidi in carcere, chiede chiarezza: “Vengo a conoscenza di un’ennesima morte nel Cpr di Ponte Galeria - scrive Cucchi -: mesi fa feci un esposto alla Procura di Roma, proprio su quella struttura, dopo averla visitata con una telecamera nascosta, depositai l’esposto e le immagini video sulle condizioni del centro che avevo raccolto, venni poi ascoltata dal magistrato ma non ho ebbi più notizie”. “Invito la Procura di Roma - aggiunge Cucchi - a fare chiarezza su quanto avvenuto questa notte e in generale sulle condizioni di vita in quel Cpr perché queste morti non devono più accadere”.

“Clima teso, lancio di sassi” - Si è recato sul posto il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi. “Sono qui al Cpr di Ponte Galeria da un paio d’ore, avendo saputo che c’era stata la morte di un ragazzo di 22 anni, che si è suicidato impiccandosi - scrive Magi -. Era arrivato qualche giorno fa dal Cpr di Trapani, dove era stato dalla metà di ottobre. Venerdì era stato visto disperato da alcuni operatori. Piangeva, riferiva che voleva tornare nel suo Paese perché aveva lì due fratelli piccoli di cui occuparsi, altrimenti avrebbero sofferto la fame. Ha lasciato sul muro un ritratto di sé stesso, con sotto un testo in cui ha scritto che non resisteva più e sperava che la sua anima avrebbe risposato in pace. Da altri detenuti del settore 5 del Cpr è stato visto pregare intorno alle 3 e poi, poco prima della 5, è stato visto impiccato alla cancellata esterna del reparto”.

“A partire da stamattina - aggiunge Magi - c’è agitazione nel centro, con azioni di protesta, prima placate e poi riprese di nuovo con lancio di sassi e utilizzo degli idranti. Ora c’è una fase di protesta molto forte. I detenuti ci hanno parlato delle condizioni infernali che si vivono in questo centro, da un punto di vista sanitario, d’igiene e di alimentazione. Molti compiono atti di autolesionismo: quello che è più frequente è che si fratturano gli arti, le caviglie o le gambe, in modo da essere portati via per essere medicati”. Indignazione è stata espressa dalla senatrice del Pd, Cecilia D’Elia, anche lei chiede la chiusura del centro.

La garante: “Centri da chiudere” - “Non c’è bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani, non c’era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi”, dice la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone, a Ponte Galeria assieme a Magi e D’Elia. “Siamo riusciti a parlare con un paio dei compagni di trattenimento del ragazzo che si trovavano nel suo stesso reparto e con alcuni operatori, riferiremo all’autorità giudiziaria quando abbiamo appreso - continua Calderone -. I suoi compagni hanno tagliato la corda e provato a soccorrerlo chiamando gli operatori del centro, il ragazzo è stato portato in infermeria dove hanno effettuato le manovre di rianimazione in attesa dell’ambulanza, quando il medico è però arrivato non ha potuto far altro che constatare il decesso”.

Le denunce dei sindacati - Anche i sindacati dei carabinieri a settembre avevano insistito sulla situazione all’interno del centro, descrivendola come “fuori controllo”: una struttura “fatiscente”, avevano denunciato sottolineando anche la “grave carenza di personale, quattro carabinieri per 100 migranti”. E nella serata di domenica, dopo il suicidio e gli scontri, il Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc) è tornato all’attacco: “Vere e proprie scene di guerra e terrore - denuncia Giorgio Carugati, responsabile dell’ufficio organizzazione mobile - 5 colleghi dell’8° Reggimento Lazio si sono ritrovati davanti 50 persone inferocite che hanno letteralmente devastato la struttura, sfondando muri per recuperare pietre da lanciare e abbattendo il cancello dell’ingresso principale. Due colleghi sono finiti in ospedale, sono stati rubati radio, zaini e portafogli dei militari, ci chiediamo se sia normale lavorare in queste condizioni umilianti”. “Ancora una volta - conclude - siamo chiamati a ribadire l’importanza dell’approvazione delle nuove direttive per l’ordine pubblico, non è accettabile che un Cpr che oggi ospitava 101 persone preveda la presenza di soli 5 militari”.