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di Marco Cremonesi

Corriere della Sera, 22 agosto 2023

Il presidente della Regione Veneto: “Tutta l’Africa in Italia non ci può stare. Si rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza delle comunità. Ma Meloni si è mossa bene e Piantedosi dà l’anima”. “Sarà molto meglio che i signori dell’Unione europea rientrino dalle vacanze in fretta, che qui c’è molto da fare...”. Il governatore veneto Luca Zaia lo dice chiaro e tondo: “Questa estate noi la ricorderemo molto bene. Per le grandinate e per i flussi migratori. Ma se la più grande economia del pianeta non è in grado di risolvere ciò che avviene ai suoi confini, forse questo modello di Europa ha fallito...”.

Presidente, non c’è qualche responsabilità del governo in questo boom di sbarchi?

“Io credo che la premier Giorgia Meloni abbia impostato molto bene i rapporti internazionali da cui dipendono le politiche sull’immigrazione. E il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sta facendo l’impossibile mettendoci l’anima...”.

Detto tutto questo?

“Io ho il massimo rispetto per chi sta lavorando, non ho la bacchetta magica e di certo non voglio dare lezioni a nessuno. Detto questo, ci vuole un booster. Un acceleratore. E io credo che non possa arrivare da altri parti se non dalla piena consapevolezza dell’Europa rispetto a ciò che sta accadendo da noi. Delle volte, mi viene il dubbio che la distanza fisica impedisca di cogliere in pieno i fenomeni sui territori”.

Ce li riassuma...

“Se il trend di questi mesi si dovesse confermare, alla fine dell’anno avremmo non i 105 mila arrivati l’anno scorso, ma il doppio. In Veneto sono arrivate circa 9.000 persone, ne mandano qualcosa come 100 al giorno, di media 500 alla settimana. La situazione è alquanto preoccupante. Nei tempi brevi, ma anche in quelli medi e lunghi”.

In quelli brevi, cosa teme?

“Quelli brevi sono oggi. I Centri di accoglienza straordinaria (Cas) letteralmente traboccano. Il Veneto non ha mai sbattuto la porta in faccia a nessuno, ospita volontariamente 15 mila ucraini e il nostro modello di integrazione è riconosciuto per essere di alta civiltà ed efficienza. In Veneto risiedono 550 mila migranti che hanno scelto questa terra per il proprio progetto di vita. Il problema è che con i numeri di questi giorni nessuno può garantire più nulla. La misura è colma”.

Presidente, perdoni: dire che deve pensarci l’Europa non è come buttare la palla in tribuna?

“No. È scandaloso il fatto che ci si rassegni a questo. Ormai lo abbiamo capito tutti: l’Unione europea vive Lampedusa come confine italiano e solo italiano. Non come confine europeo. Quando al confine con il Messico i migranti provano a passare, non pensano di passare in Texas o Arizona: sanno di entrare negli Stat Uniti. A Bruxelles, questo concetto non passa”.

I sindaci leghisti sono infuriati. Hanno torto?

“Certo che no, hanno tutte le ragioni. Sono loro che si misurano quotidianamente con problemi impensabili, paesini magari piccolissimi in cui arrivando decine di persone da fuori. Ma tutti noi abbiamo in mente e nel dna la sostenibilità dell’accoglienza. Ma l’ospitalità non può prescindere dai servizi. Tutta l’Africa in Italia non ci può stare, non è la dichiarazione di un razzista, perché io non lo sono. Ma è un fatto oggettivo, e di rispetto: nei confronti di chi si ospita e nei confronti dei nostri cittadini. Se no, metti a repentaglio la sopravvivenza delle comunità. Perché bisogna esserne consapevoli: qui rischiamo di dover cambiare il nostro modello”.

Di che cosa sta parlando?

“Beh, della sanità, che dovrà tenere conto delle caratteristiche della nuova popolazione. Dell’educazione e della scuola, che dovranno tenere conto di chi viene da culture lontanissime. Siamo in grado di farlo? A oggi, no... Ma ‘sto Paese vuol guardare in faccia la realtà? Sennò, meglio che consegniamo le chiavi di casa”.

Ci sono notizie dei nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio?

“Noi non ne abbiamo notizia, ma se è vero che solo l’11% circa ha titolo per restare, tutti gli altri devono essere rimpatriati. Ma su 200 mila persone, come si fa? Come si rimpatriano 150 mila persone? A me pare svuotare il mare con un secchio. Non sto dicendo che sia sbagliato, ma se questi sono i numeri, come facciamo?”.