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di Andrea Siravo

La Stampa, 4 agosto 2023

Procura e giudice favorevoli agli arresti domiciliari. L’uomo è accusato di aver cercato di uccidere la compagna insieme alla quale era ospite in una struttura per anziani di Cinisiello Balsamo. La donna, di 4 anni più giovane, era sopravvissuta all’aggressione avvenuta dopo una lite. Lui l’aveva colpita col bastone da passeggio e con un paio di forbici.

È entrato poco prima di metà luglio nel carcere di San Vittore e non è ancora uscito. Per un novantenne, arrestato l’11 luglio scorso per il tentato omicidio della sua compagna di 86 anni in una Rsa di Cinisello Balsamo dove entrambi erano ospiti, non si trova al momento una struttura che lo accolga. Un posto più idoneo dove stare in regime di arresti domiciliari in considerazione dell’età. La scelta di farlo andare in carcere era stata presa dalla Procura di Monza e convalidata da un gip.

Una misura “conservativa” iniziale per prevenire il rischio di suicidio come accaduto già in precedenti casi analoghi. Scongiurato il pericolo, pm e gip si sono trovati d’accordo che dal carcere il novantenne poteva essere trasferito in una casa di cura, isolato da altri pazienti. Facile a dirsi, ma difficile a farsi. Perché finora non è stata individuata nessuna struttura che soddisfi i requisiti. “Le sue condizioni di salute sono buone”, è stato riferito.

Con la compagna di quattro anni più giovane il novantenne era stato ricoverato quattro giorni prima dell’aggressione. A lui, incensurato e con un passato come appartenente alle forze dell’ordine, era rimasta solo la donna non avendo più parenti in vita. La notte tra l’8 e il 9 luglio i due, insieme da anni senza mai essersi sposati, hanno avuto un’accesa lite. L’uomo con il bastone da passeggio e una forbicina da unghie ha colpito la compagna. Inutile il tentativo di difendersi con un altro bastone.

A scoprire per prima l’aggressione - come ricostruito dai Carabinieri - un’infermiera del turno di notte. Ha visto camminare nel corridoio il novantenne, mentre ha trovato a terra nella stanza la donna. Gravemente ferita è stata trasportata in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza dove i medici dopo averla curata l’hanno dichiarata non in pericolo di vita.

La notizia arriva in giorni molto difficili per l’istituto penitenziario milanese dove nel giro di poco sono morte due persone. Uno è un cittadino moldavo di 38 anni che si è tolto la vita sabato, pochi giorni dopo essere entrato nella casa circondariale, il secondo è un trentenne che ha perso la vita per un malore dopo avere inalato gas da una bomboletta nel reparto tossicodipendenti. “La vicinanza degli eventi - commenta l’associazione Antigone - desta preoccupazione per le criticità dell’istituto nel quale, solo da inizio anno, sono passate 28 donne in gravidanza”.