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milanotoday.it, 28 giugno 2022

Parte da Milano un’iniziativa a supporto della legalizzazione della cannabis in Italia. Lunedì 27 giugno, in aula a Palazzo Marino, Daniele Nahum (consigliere comunale del Pd, vice presidente della sottocommissione carceri) ha annunciato gli ‘stati generali sulla cannabis’: due giorni di dibattiti e testimonianze sull’argomento, che si svolgeranno l’8 e il 9 luglio in via Senato o in streaming.

I principali aspetti che saranno affrontati negli stati generali saranno il rapporto tra cannabis e mafia, il sovraffollamento delle carceri, l’aspetto terapeutico, le ricadute economiche. I lavori saranno aperti con una ‘maratona oratoria’ di rappresentanti del mondo politico e della società civile. Ai dibattiti parteciperanno tra gli altri i direttori delle carceri di Opera, San Vittore e Bollate, ma anche Peppe Provenzano, vice segretario del Pd.

“Qualche mese fa accesi uno spinello davanti a Palazzo Marino - dichiara Nahum - per contestare le folli politiche in materie di droghe che vigono nel nostro paese e per sostenere la legge in discussione in commissione giustizia della Camera dei Deputati che permetterebbe la coltivazione domestica di cannabis fino a quattro piantine. In quell’occasione dissi che andavano fatti gli stati generali della cannabis, oggi sono qui ad annunciarli”.

16mila detenuti per reati di cannabis - “Sono 16mila - continua Nahum - i detenuti nelle nostre carceri per reati connessi alla cannabis, le mafie guadagnano 7 miliardi ogni anno grazie al proibizionismo, e noi vogliamo sottrargli questo guadagno e permettere che si sviluppi un sano comparto economico legale che farebbe bene al Paese e che creerebbe dei nuovi imprenditori e sarebbe anche un’ottima opportunità per la nostra agricoltura. Il 30% dei detenuti nelle nostre carceri è dentro per consumo di stupefacenti. In questo evento evidenzieremo la follia del proibizionismo e ragioneremo su come in futuro dovremo legalizzare questa sostanza e sui benefici che potremmo trarne. Lo facciamo già con il vino non vedo perché non potremmo farlo con la cannabis”.