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di Massimiliano Melley

milanotoday.it, 15 novembre 2023

Votata all’unanimità in Regione una mozione per migliorare le condizioni di vita all’interno dell’istituto, potenziando anche le occasioni di formazione e lavoro per i detenuti minorenni. Migliorare le condizioni e gli ambienti del carcere minorile Beccaria di Milano, con risorse proprie o della cassa ammende, ideando percorsi di inclusione sociale, formativa e lavorativa e affiancando mediatori linguistici e culturali al personale penitenziario. Ma anche riqualificando e ampliando gli spazi destinati alla vita quotidiana e migliorando le condizioni igieniche.

È il contenuto di una mozione approvata all’unanimità dal consiglio regionale della Lombardia, presentata da Alessia Villa, consigliera di Fratelli d’Italia e presidente della commissione carceri. Il testo prende il via da una ispezione in loco da parte della commissione: “Abbiamo constatato il sovraffollamento, i deficit organizzativi negli spazi abitativi e la carenza di professionisti dell’educazione e di mediatori linguistici e culturali”, dichiara Villa: “Abbiamo voluto riportare al centro del dibattito le ragioni della civiltà giuridica e quelle costituzionali del reinserimento sociale dei detenuti”.

Per l’esponente di Fdi, “occorre puntare su formazione e lavoro, dando un futuro di certezze agli ospiti delle case circondariali. Il tempo in carcere non deve essere tempo vuoto o tempo perso. Bisogna investire più e meglio sulla formazione e sulla crescita delle personalità dei minorenni reclusi”. Esemplare il protocollo d’intesa sottoscritto dal 2018 da Assolombarda in Brianza per promuovere la formazione e il lavoro dei detenuti nelle imprese. “Ma si possono coinvolgere anche le amministrazioni locali”, continua Villa: “La digitalizzazione degli archivi potrebbe essere una delle tante attività da affidare ai detenuti. Ecco perché dobbiamo fare tutti uno sforzo e mettere in pratica l’insegnamento di Cesare Beccaria”.

La mozione è stata condivisa e votata anche dall’opposizione. “La Regione si impegna in un progetto di inclusione sociale, con il duplice obiettivo di favorire da un lato percorsi di integrazione lavorativa e di formazione professionale, anche come misura alternativa alla detenzione, e dall’altro di potenziare la presenza di figure di affiancamento al personale penitenziario, come i mediatori linguistici e culturali, nonché i professionisti abilitati all’attività di cura delle relazioni e della salute mentale”, sottolineano Luca Paladini e Michela Palestra del Patto Civico.