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di Stefano Gigliotti

Il Giornale, 22 settembre 2023

L’agente ha riportato un trauma cranico dopo essere caduto dal secondo piano del San Paolo di Milano. Un agente di polizia penitenziaria, Carmine De Rosa, 28 anni, è precipitato nel vuoto mentre inseguiva un detenuto palestinese che aveva in custodia al San Paolo di Milano. Mordjane Nazim, 32 anni, era in ospedale per alcune ferite riportate a seguito di una lite avvenuta nel carcere di San Vittore. Nelle prime ore di questa mattina, giovedì 21 settembre, è fuggito lanciandosi dalla finestra del bagno al secondo piano. Il giovane agente si è buttato dietro di lui nel tentativo di fermarlo ma ha sbattuto violentemente la testa, riportando un trauma cranico che lo ha portato in coma farmacologico.

La notizia è stata data da Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria. “Tanta la preoccupazione per il collega”, ha commentato per poi sottolineare come questo sia solo l’ennesimo tentativo di fuga dei detenuti dagli ospedali: “Qui si rischia la vita e l’emergenza carceri è ormai drammatica”. Il detenuto, che era in prigione per concorso in rapina, secondo quanto si apprende era stato portato d’urgenza al pronto soccorso in un reparto ordinario e non in quello destinato ai carcerati. Il sindacato, pur non cercando responsabilità nell’accaduto, sottolinea “forti perplessità per la tenuta del sistema sanitario penitenziario” e chiede un rafforzamento all’interno degli istituti.

“Esprimo piena vicinanza e solidarietà a Carmine, l’agente di polizia penitenziaria gravemente ferito nelle prime ore di oggi a Milano, mentre tentava di scongiurare un’evasione”, ha dichiarato il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari. “Lo Stato non dimentichi chi mette a rischio la propria incolumità per la sicurezza di tutti. Confido che il soggetto evaso venga al più presto assicurato alla giustizia e paghi per quello che ha fatto. L’attuale sistema della sanità penitenziaria va rivisto per assicurare a tutti le dovute cure, limitando a casi eccezionali la movimentazione dei detenuti pericolosi in strutture esterne”.

Dopo la caduta, secondo quanto riferisce la questura di Milano, il poliziotto si è rialzato e recato da solo al pronto soccorso del San Paolo, dove però le sue condizioni sono peggiorate. È stato quindi trasferito e sottoposto a un intervento neurochirurgico al San Carlo. Il quadro clinico presentava frattura cranica, emorragia cerebrale, contusioni cerebrali, fratture vertebrali e contusioni polmonari. “Il nostro collega” - spiega Pompeo Bruno, vice coordinatore Fp Cgil Lombardia - “è un giovane con 4 anni di servizio e piantonava il detenuto, ancora latitante, con un agente appena uscito dal corso. Siamo arrabbiati per questa vicenda che segna un’altra brutta pagina per i lavoratori e le lavoratrici del corpo di Polizia Penitenziaria, dobbiamo poter lavorare in sicurezza e invece la nostra vita è messa a rischio quotidianamente”.

Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, ha espresso “sentimenti di profonda vicinanza e solidarietà” al fratello dell’agente rimasto ferito. “Un eroe”, lo ha definito nel corso di una telefonata, “perché non ha tentennato un solo istante, a scapito della propria stessa vita, nel disperato tentativo di assicurare alla giustizia un detenuto che stava evadendo. Un gesto per il quale suo fratello avrà il riconoscimento e gli onori che merita”. In mattinata l’agente è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico di evacuazione dell’ematoma cerebrale, decompressione cranica e inserimento di un sistema di monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è ricoverato in rianimazione, in attesa di effettuare i successivi controlli radiologici per verificare l’evoluzione delle lesioni e del quadro clinico.