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di Elisabetta Andreis

Corriere della Sera, 26 dicembre 2023

Ferrari è entrato in servizio il 1° dicembre. “Nel distretto si esegue un numero di provvedimenti che è il più elevato in Italia. Sport e laboratori per tenerli lontani dalla criminalità”. Dopo venticinque anni dall’ultimo concorso, finalmente l’Ipm Beccaria ha un direttore titolare a tempo pieno, dedicato in esclusiva alla struttura. Claudio Ferrari, che ha vinto il concorso bandito nel 2020 ed è arrivato dopo una lunga formazione alla Scuola superiore dell’Esecuzione penale di Roma e in vari Ipm del territorio nazionale, ha preso servizio dal 1 dicembre.

Direttore, dalle prime settimane di lavoro che idea si è fatto del Beccaria?

“Sono ottimista, ho subito notato un bello spirito di collaborazione e la volontà di investire sul personale che deve essere esperto e adeguarsi al numero di ospiti che cresce. Questo sarà imprescindibile: nel distretto si esegue un numero di provvedimenti che è il più elevato in Italia e con gradi di multi problematicità dei ragazzi sempre maggiori”.

È terminata, dopo tanta attesa, la ristrutturazione delle palazzine iniziata nel 2018 (l’altro cantiere era durato tredici anni, ndr)...

“Sì. Abbiamo nuovi spazi interni ed esterni accoglienti finalmente fruibili e la capienza è raddoppiata. Da quando sono arrivato i ragazzi sono saliti da 35 a 70, potranno aumentare fino ad 80. Le problematiche di gestione che talvolta salgono alla ribalta delle cronache incidono negativamente sul percorso educativo dei ragazzi. Salta agli occhi, ad esempio, il numero di detenuti stranieri: 229, di cui 130 Msna (minori arrivati in Italia senza famiglia). L’anno scorso erano 103 e 37. Le criticità ci sono, ma il progetto educativo del Beccaria è ricco e potremo implementare ancora le attività grazie alla sinergia tra operatori e privato sociale e all’apporto del Centro per la giustizia minorile con il Tribunale per i minorenni. Oltre ai percorsi educativi scolastici ci sono i tirocini presso le cooperative Cidiesse e Buoni dentro e i laboratori di falegnameria, cucina, arte, imbiancatura, informatica, musica. Vogliamo rafforzare i momenti dedicati allo sport, alla formazione professionale e al lavoro, strumenti capaci di inserire socialmente i giovani e tenerli lontani dalla criminalità”.

Le comunità lombarde per adolescenti sono insufficienti e mancano gli educatori esperti. Il carcere è una opzione obbligata se non si trova posto altrove?

“Nel sistema della giustizia minorile l’Ipm è una extrema ratio talora necessaria. Sta a noi far sì che quello trascorso dai ragazzi in istituto non sia un tempo vuoto ma uno spazio di preparazione del futuro”.

In una fase come questa, turbolenta e di disagio giovanile esplosivo, un direttore a tempo pieno era chiesto a gran voce.

“Sono consapevole delle sfide e delle difficoltà che mi attendono ma al contempo determinato a lavorare con passione e dedizione, felice di aver potuto scegliere l’Ipm Beccaria e Milano, che è la mia città”.