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La Repubblica, 22 aprile 2024

Reazioni nel mondo politico e carcerario all’inchiesta di Milano. L’Osapp e Scalfarotto chiedono l’intervento del ministro Nordio. “Su quello che è successo al Beccaria non posso ancora esprimere giudizi precisi. Però un giudizio più generico lo esprimo, cioè che il Beccaria è stato abbandonato per anni e anni, senza una direzione”. A poche ore dalla notizia degli arresti degli agenti di polizia penitenziaria del carcere minorile Beccaria di Milano, il sindaco Beppe Sala commenta le prime informazioni sulle presunte violenze sui detenuti che hanno portato all’arresto e alla sospensione di 21 agenti in totale. “Certe cose possono succedere. Possono, ma non dovrebbero. Vedremo cosa uscirà da questa indagine”, dice Sala.

L’inchiesta della procura di Milano sta provocando molte reazioni, soprattutto e ovviamente nel mondo legato al tema del carcere. “Ci auguriamo che le indagini facciano chiarezza su quanto sarebbe accaduto. È una buona notizia, nonché uno dei lasciti positivi della legge che punisce la tortura, che sta rompendo anche il muro di omertà che spesso si registrava, che il caso sia emerso anche con il contributo diretto dell’amministrazione penitenziaria”, dice Susanna Marietti, coordinatrice nazionale e responsabile dell’osservatorio minori di Antigone.

“Da tempo - ha aggiunto - come Antigone denunciamo tensioni e malfunzionamenti nell’ambito delle carceri minorili, così come avevamo avuto modo di raccontare approfonditamente nel recente rapporto ‘Prospettive minori’, presentato lo scorso mese di febbraio: la presa in carico dei ragazzi è sempre più disciplinare e farmacologizzata, con un utilizzo smodato di psicofarmaci, soprattutto per i minori stranieri non accompagnati che vengono spostati come fossero pacchi da un Ipm ad un altro a seconda delle esigenze, con una modalità che contribuisce a creare e aumentare le tensioni”.

In particolare, prosegue Marietti, “avevamo denunciato il clima interno teso di quel carcere in particolare il sovraffollamento, i lavori di ristrutturazione che durano da anni e limitano gli spazi per le attività, la carenza di personale educativo e direttori cambiati ripetutamente nel corso di pochi anni. La risposta di fronte a questa indagine, la prima che riguarda le carceri minorili, è di tornare a ripercorrere il modello educativo e socializzante che era stato impostato negli ultimi trent’anni, messo sotto attacco anche dagli ultimi provvedimenti governativi”.

Agenti arrestati al Beccaria, le reazioni dei sindacati di polizia

Reazioni anche dai sindacati di polizia, tra distinguo e difesa. “Sgomenti e increduli”, così Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, definisce lo stato d’animo dopo la notizia. “Naturalmente nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti, tra cui la stessa Polizia Penitenziaria, e nella magistratura e auspichiamo che si faccia presto piena luce sull’accaduto - aggiunge -. Nondimeno richiamiamo la presunzione d’innocenza e speriamo in cuor nostro che gli agenti coinvolti riescano a dimostrare la correttezza del loro operato”.

“Fatti gravissimi riferiti ad una vicenda gravissima che richiede la massima attenzione per ricostruire quanto realmente accaduto. Ma prima di mettere alla ‘gogna’ i colleghi è il caso di ricordare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna”. A dirlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, che invita a riflettere “prima che si ripeta quanto già successo in altri casi simili, magari pubblicando informazioni e foto sugli indagati, con campagne di stampa contro l’intero Corpo” , ma nello stesso tempo ribadisce “senza se e senza ma che una volta accertate le responsabilità chi ha sbagliato paghi”.

L’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) “pur confermando la massima ed indiscussa fiducia nelle iniziative dell’Autorità Giudiziaria anche riguardo ai provvedimenti nei confronti di appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria in servizio presso l’istituto penale per minorenni di Milano, non può esimersi dal manifestare le proprie perplessità rispetto ad una situazione che da diversi anni era giunta, dal punto di vista organizzativo e nei rapporti con i minori custoditi, al limite del non ritorno”. Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, aggiunge: “Le condizioni di lavoro nella struttura, dove sono allocati, in prevalenza, minori con problemi legati al traffico di stupefacenti ed in condizioni di grave disagio psichico, erano da tempo fuori controllo, tant’è che in soli 2 anni erano stati avvicendati 3 comandanti del reparto con altrettante innumerevoli richieste di trasferimento da parte del restante personale ad altre sedi, soprattutto in relazione agli incarichi di maggiore responsabilità e rischio affidati ad addetti del Corpo di giovane età e di scarsa o inesistente esperienza operativa; pressoché quotidiani anche gli eventi critici, mentre l’organizzazione effettiva e la sicurezza nella struttura erano costantemente minate dall’insistenza da 3 anni su tale sede di lavori di ristrutturazione tuttora non conclusi”.

Ma, conclude Beneduci: “Nulla può giustificare gli abusi, le violenze e le omissioni da chi riveste un’uniforme ed è al servizio dello Stato, ma non vorremmo che, come fin troppo spesso ci capita di constatare nelle carceri in questi anni, si passi da vittime anche della disorganizzazione e dell’abbandono da parte delle istituzioni a carnefici e che a pagare siano i più deboli del sistema e non chi, pur detenendo responsabilità e retribuzioni adeguate, si è sempre voltato dall’altra parte. Per tali motivi e rispetto alle molteplici inefficienze ed alla sottovalutazione di problemi evidenti e gravi perduranti da tempo - conclude Beneduci - chiediamo al ministro Carlo Nordio e al sottosegretario delegato per la Giustizia Minorile Andrea Ostellari, per quanto di rispettiva pertinenza e nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, di avviare le competenti ed urgenti iniziative del caso, anche a tutela degli addetti del Corpo coinvolti”.

Chiede l’intervento di Nordio anche la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi: “Le carceri italiane sono diventati luoghi di sospensione dei diritti fondamentali, mentre continua il prezioso lavoro della magistratura nel ‘difendere’ il reato di tortura. Quanto accaduto nel carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano è aberrante e potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Il ministro Nordio venga immediatamente in Aula al Senato a riferire sull’arresto di agenti di polizia penitenziaria, accusati di fatti gravissimi come la tortura, l’abuso d’ufficio e di potere e perfino una tentata violenza sessuale. Il governo ha il dovere di garantire che i diritti umani di tutti i detenuti siano rispettati e tutelati dallo Stato. Non è tollerabile che detenuti, per giunta minori, affidati nelle mani dello Stato, subiscano invece tali brutalità. È inammissibile. Gli arresti, le tante inchieste in corso in giro per l’Italia, dimostrano come il reato di tortura sia necessario e non si può modificare. Il governo e la maggioranza di destra non pensino di toccare il reato di tortura che punisce gli abusi commessi dai pubblici ufficiali. Sarebbe una cosa gravissima e in Parlamento contrasteremo con forza ogni ipotesi di modifica o abrogazione del reato di tortura”.

Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia viva - Il Centro - Renew Europe, in Commissione Giustizia del Senato aggiunge: “I fatti emersi a Milano sono gravissimi e i particolari li rendono ancora più agghiaccianti, costituiscono l’ennesima prova delle serissime difficoltà in cui si dibatte il sistema carcerario italiano. È assolutamente inammissibile che lo Stato eserciti violenza fisica su persone affidate alla sua custodia. Il ministro Nordio disponga un’ispezione e riferisca in aula su quanto è accaduto a Milano e sulla situazione delle carceri in Italia più in generale”, conclude.