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di Enrico Spaccini

fanpage.it, 4 dicembre 2023

Il presidente della Sottocommissione Carceri del Comune di Milano Daniele Nahum ha chiesto al Consiglio di prendere posizione per la chiusura del Cpr di via Corelli. In merito aveva già stato presentato un odg nel 2022 insieme ad Alessandro Giungi che, però, non è mai stato discusso in assemblea. “Sono convinto che per il Comune di Milano sia giunto il momento di una formale presa di posizione che si esprima per la chiusura del Cpr di via Corelli”. A sostenerlo è Daniele Nahum, presidente della Sottocommissione Carceri di Palazzo Marino, che già nel 2022, insieme al suo vice Alessandro Giungi, aveva presentato un ordine del giorno in merito mai discusso dall’assemblea. In questi giorni, però, le sorti del Centro per il rimpatrio milanese sono tornate a essere un argomento centrale nel dibattito pubblico e politico, dopo che la Procura ha avviato un’indagine per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta nei confronti degli amministratori di La Martinina srl, la società che gestisce il Cpr di via Corelli.

“In questa legislatura abbiamo fatti diversi sopralluoghi all’interno denunciandone le condizioni vergognose”, continua Nahum, “e abbiamo interloquito anche con le realtà che si occupano di monitorare la situazione”. Tra queste, l’associazione Naga, convocata in commissione lo scorso 22 novembre per la presentazione del loro rapporto Al di là di quella porta, e prima ancora Altreconomia per il loro lavoro sull’abuso degli psicofarmaci all’interno della struttura.

L’odg della Sottocommissione Carceri sarà riproposto domani, lunedì 4 dicembre, in Consiglio comunale. Lo assicurano Alessandro Capelli e Filippo Barberis, rispettivamente segretario milanese e capogruppo a Palazzo Marino del Partito democratico: “A Milano è inaccettabile che ci sia un luogo dove i diritti umani vengono calpestati e dove le condizioni sono ben oltre i limiti accettabili della vivibilità”, hanno scritto in una nota congiunta.

Infatti, non si tratta solo di presunte irregolarità commesse per l’ottenimento e la gestione dell’appalto da parte degli amministratori di La Martinina srl. Al centro delle indagini della Procura milanese ci sono anche le condizioni sanitarie pessime nelle quali sono costretti a vivere i migranti che si trovano al Centro di via Corelli in attesa del rimpatrio. Secondo gli inquirenti, alcune persone non sarebbero state sottoposte a cure mediche e a prestazioni sanitarie specialistiche a causa della mancanza di fondi. In altri, casi, invece, ospiti affetti da “epilessia, epatite, tumore al cervello, gravi patologie psichiatriche, tossicodipendenti” sarebbero stati considerati idonei alla vita in comunità ristretta a causa di visite valutate come carenti.