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di Francesca Del Vecchio

La Stampa, 2 marzo 2023

Inaugurato l’impianto di sonorizzazione del penitenziario milanese di San Vittore. Il progetto di Co2 che educa all’ascolto emotivo. Cosa può aiutare a vivere meglio un luogo difficile come il carcere più della musica? Quale arte riesce - come raccontano gli stessi detenuti - a mutare la tristezza in serenità? E così, nella casa circondariale di San Vittore a Milano non ci sarà più solo “il rumore di cancelli, urla e chiavi”, ma quello delle melodie scelte dai detenuti stessi.

L’Aria sulla quarta corda di Bach ha inaugurato oggi la sonorizzazione degli spazi di San Vittore, un’iniziativa, unica nel suo genere anche in Europa, pensata per diffondere in carcere musica strumentale. L’iniziativa è nata dal progetto Co2, che quest’anno compie dieci anni, presente in 11 carceri italiane, ideato e realizzato da Franco Mussida, che dirige l’Area di Ricerca e di supporto alle attività musicali ed educative a sostegno della persona del CPM Music Institute.

Co2 propone ai detenuti, in gruppi di “Ascolto Emotivo Consapevole”, un’audioteca divisa per stati d’animo. Ciascuno, attraverso delle emoticon che troverà sul tablet, sceglierà la musica più adatta all’emozione del momento. A inaugurare l’impianto sono stati proprio i detenuti che hanno partecipato ai laboratori e che si sono esibiti con il coro del quale fanno parte, La Nave, che ospita chi ha problemi di dipendenza.

“L’iniziativa di sonorizzazione degli spazi del carcere di San Vittore rappresenta un esempio tangibile di come la cultura possa costituire un motore di cambiamento sociale”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi. “Questa iniziativa, che va ben oltre i confini della città, non solo promuove attività culturali all’interno del carcere, ma favorisce anche momenti di riflessione e divertimento, contribuendo a creare un’atmosfera diversa, più umana e vivibile, all’interno degli istituti di detenzione”, ha aggiunto.

“Sono felice di aver portato a termine questo progetto. Una gioia che condivido con decine di persone che hanno partecipato a questa avventura pluridecennale che continua. Si realizza un sogno che coltivo da oltre 35 anni. Ci tengo a ringraziare gli educatori, la Polizia Penitenzia e i direttori di questo carcere, da Luigi Pagano (ex direttore, ndr) a Giacinto Siciliano (attuale direttore del carcere, ndr)”, ha commentato Mussida.

“Considero questa un’attività sociale e umanistica fondamentale, al pari di quelle che mirano al sostegno della persona e favoriscono i processi di cambiamento profondo, che luoghi come questo possono indurre. Questa attività permette ai detenuti di sperimentare l’ascolto di se stessi grazie ad un particolare modo di sentire la musica che rende osservabile il filtro musicale emotivo”.