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di Giorgio Paolucci

Avvenire, 21 gennaio 2024

Una borsetta rossa che profuma di caffè. L’ha inventata un gruppo di detenuti della Casa di reclusione di Opera, alle porte di Milano, rigenerando le buste di caffè Lavazza dopo il loro utilizzo e creando un oggetto che ha tutti i numeri per diventare “fashion’: L’hanno “scoperta” i volontari di “Incontro e Presenza”: un’associazione che opera da 35 anni nelle carceri milanesi e che ora vuole farla conoscere al pubblico. Il prototipo era stato realizzato nei giorni precedenti il Natale e offerto dai carcerati ai volontari per un mercatino di beneficenza, riscuotendo l’ammirazione di tanti potenziali acquirenti che però si sono dovuti accontentare di ammirarlo, essendo disponibile in un solo esemplare.

Per presentare al pubblico la loro creazione, Luigi, Girolamo, Roberto e Giuseppe hanno affidato ai volontari una lettera dove raccontano i significati che le attribuiscono. “Questa borsetta è stata realizzata da alcune persone detenute della Casa di reclusione di Opera, alle quali farebbe piacere pensare che ci considerate i vostri “fratelli di dentro’: Negli anni abbiamo imparato l’importanza del rispetto delle regole, abbiamo voluto sentirci parte della società e non più una “società a parte’: Facendo la raccolta differenziata in carcere, ci siamo accorti che c’è un materiale che difficilmente trova una collocazione, le buste del caffè: mentre all’esterno sono in plastica, all’interno sono in alluminio e così risultano più difficili da smaltire.

Un giorno ci siamo detti: che cosa grande sarebbe se queste buste si trasformassero in qualcosa di bello! Uno di noi ha iniziato a manipolarne una, piega e ripiega ha notato che al tatto risultava gommosa e piacevole. Un’illuminazione, tanto studio, un po’ di pratica fatta in passato con gli origami e abbiamo cominciato a incastrare un pezzo nell’altro come fossero tante persone che si abbracciano. Così, riciclando cento buste di caffè Lavazza è nata la prima borsetta, una piccola opera d’arte portatrice di tanti messaggi: rossa come il colore dell’amore, come un colore del Natale, inoltre essendo “cugina” delle scarpe rosse avrebbe protetto come fosse un mantello magico le nostre “sorelle”, come una sorta di riconciliazione con la società.

La borsetta ben presto si è fatta apprezzare dagli operatori penitenziari, dal direttore e dagli amici volontari di “Incontro e Presenza” che ci vengono a trovare tutte le settimane e con i quali abbiamo voluto condividere il frutto della nostra creatività”. Perla realizzazione di una borsetta sono necessarie cento buste di caffè, viene utilizzato un filo di nylon e non si usano colle o solventi. Le buste vengono lavate, asciugate e tagliate in piccoli rettangoli, poi piegati su se stessi in verticale e in orizzontale e in seguito incastrati uno nell’altro, creando una circonferenza composta da 44 pezzi. Con un filo di nylon si uniscono 8 circonferenze, poi si crea la chiusura a forma di piramide con la tracolla.

Ogni esemplare richiede 40 ore di lavoro. “La nostra speranza è che questo lavoro venga apprezzato e magari regali un sorriso a qualcuno - commenta Luigi, uno degli artefici dell’iniziativa -. Sentiteci vicino a voi come i pezzi della borsetta, tutti abbracciati per diventare una cosa sola. È un piccolo-grande atto d’amore: abbiamo dato nuova vita a materiali che sarebbero stati scartati e grazie a questa creazione siamo ritornati tra voi che state “fuori”, per volervi bene e per essere voluti bene”.

Il direttore del carcere, Silvio Di Gregorio, osserva come “questa e altre iniziative che nascono qua dentro sono il segno evidente di una volontà encomiabile di mettersi in gioco, di testimoniare la volontà di riscatto e la creatività presenti in tante persone detenute”. Per favorire lo sviluppo dell’iniziativa - attualmente realizzata all’interno delle celle - e per darle stabilità, verrà messo a disposizione un locale adeguato e verrà favorita la raccolta organizzata dei sacchetti di caffè consumati all’interno del carcere. E chissà che queste borsette rosse al caffè non diano lo spunto a qualche creativo nel mondo della moda.