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Il Giorno, 23 novembre 2023

“L’unica possibile alternativa, nell’attuale situazione, diviene un provvedimento di clemenza generalizzata (anch’esso auspicato dieci anni fa dal Presidente della Repubblica) che solo può far rientrare l’Italia nella legalità rispetto ai parametri costituzionali”. Lo scrivono gli avvocati della Camera penale di Milano in un documento sul tema del sovraffollamento nelle carceri e sulle “condizioni umane di detenzione”.

Nel documento, intitolato “il nostro bilancio del carcere di oggi”, la Camera penale milanese spiega che “60 mila detenuti sono oggi ristretti nelle carceri italiane, 4 mila in più rispetto ad un anno fa”. Carenze e problematiche “sono emerse con riferimento alla salute, agli spazi, al lavoro, alle disuguaglianze, alle opacità”. Ancora una volta, si legge nel documento, “è rimessa nelle mani del volontariato e del terzo settore la possibilità per i detenuti di trascorrere tempo utile e produttivo fuori dalle celle.

La possibilità di alleviare le sofferenze - scrive la Camera penale - attraverso il supporto dei propri famigliari, con le telefonate quasi quotidiane concesse nel periodo pandemico, è stata ottusamente cancellata, salvo un minimo ritocco oggi inserito in uno dei tanti disegni di legge governativi”. Già dieci anni fa la Corte Costituzionale si era soffermata “sulla intollerabilità di un “eccessivo protrarsi dell’inerzia” e, concludono i legali, “non possiamo non auspicare che la questione sia nuovamente sollevata”.