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di Roberta Rampini

Il Giorno, 27 agosto 2023

“Noi che da oggi...”, uno spettacolo teatrale ispirato a Pirandello, al Castello Sforzesco di Milano. Attori ex detenuti e non, uniscono le loro forze per abbattere pregiudizi e barriere. Un messaggio di accettazione di sé imperfetti, in una società che cerca l’approvazione degli altri.

Abbattere barriere e pregiudizi sul carcere e sui detenuti con uno spettacolo teatrale: “Noi che da oggi…”, liberamente ispirato a “Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello, sarà di scena martedì 29 agosto alle ore 21 sul palcoscenico del Castello Sforzesco nell’ambito del cartellone “Milano è viva - Estate al Castello”, promosso dal Comune.

Gli interpreti sono gli attori della compagnia Le Crisalidi del carcere di Milano-Bollate che fanno parte del laboratorio di teatro promosso dal 2020. “Torniamo al Castello Sforzesco per la seconda volta con un cast rinnovato - raccontano Serena Andreani e Beatrice Masi, della cooperativa che gestisce il laboratorio di teatro -, ci sono ex detenuti, alcuni ormai veterani del teatro, altri più giovani, che proseguono l’attività teatrale anche fuori dal carcere e continuano a coltivare quella che è diventata ormai una passione. E ci sono altri, esterni al mondo della detenzione, ma che aderiscono con grande entusiasmo ad un progetto integrato come questo. C’è chi, tra gli ex detenuti, vive proprio di teatro e si è cimentato negli anni anche in alcuni lavori di regia”.

Una ventina di attori che dopo aver registrato il sold-out nel teatro del carcere lo scorso mese di marzo, ora sono pronti per il debutto in un luogo storico e amato dai milanesi e davanti ad un pubblico più numeroso. Lo spettacolo è stato scritto a più mani insieme agli attori, con luci e scene di Beatrice Masi, e porta sul palcoscenico una questione attuale che ruota intorno al concerto di identità, intesa come ricerca di se stessi, in un “fuori” che spesso ci identifica e ci vede diversamente da come ci vediamo noi. “In una società dove affermarsi in quanto individui sembra essere un’impresa difficile da raggiungere, ci si domanda se il continuo bisogno di approvazione da parte degli altri non sia in realtà un effimero tentativo di nascondersi da ciò che realmente siamo, arrivando alla consapevolezza e all’accettazione di essere individui imperfetti”, conclude Serena.