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di Cesare Giuzzi

Corriere della Sera, 12 maggio 2023

Si può insegnare la Costituzione con metodo per così dire socratico, facendo zampillare negli studenti curiosità e senso civico intorno ai dilemmi delle sentenze della Corte costituzionale, argomenti così apparentemente lontano dal loro mondo? È quello che Valerio Onida ha sempre fatto, suscitando non solo curiosità ma addirittura passione fra i suoi allievi. Racconta una delle gemme illustri, Marta Cartabia, ex ministra della Giustizia, conquistata “di schianto” per l’originalità dell’insegnamento e per la disponibilità: “Ci radunava intorno a un tavolo, in una saletta dell’Università Statale di Milano. Leggevamo e discutevamo per ore le sentenze, sforando sempre l’orario ufficiale. Discutevamo - se si può dir così - da pari a pari. Prendeva sul serio ogni nostra osservazione. Insegnava con modalità che avrei poi visto nelle università anglosassoni, in un contesto, quello di allora a Giurisprudenza, in cui tutti insegnavano ex cathedra”.

Valerio Onida, costituzionalista anomalo e docente dalla maniera del professor Keating dell’Attimo fuggente, era uomo e studioso innamorato della Costituzione, e riusciva a farla amare. Aveva cominciato con studio disperatissimo nelle aule della Università Statale a Milano, qui iscritto perché alla Cattolica il padre Pietro insegnava aziendalistica, e lui voleva sfuggire ogni sospetto di favoritismo, e non aveva mai dismesso la sua passione, fino a diventare nel 2004 presidente della Corte Costituzionale.

Cattolico, iscritto alla Fuci, ha sempre trattato laicamente e da un punto di vista indipendente le sue sentenze, a favore del No nel 1974 nel referendum sulla abolizione del divorzio, nel 2016 argomentò contro il Referendum renziano anche in dissenso con amici storici come Franco Bassanini, e nel 2018 ritenne “impropria” dal punto di vista costituzionale la scelta del presidente Mattarella di opporsi a Paolo Savona ministro.

Amava Milano che percorreva a piedi, in tram, in metro e in bici (rinunciando all’auto di servizio) e nel 2010 si è candidato alle primarie cittadine del centrosinistra, arrivando terzo dopo Giuliano Pisapia e Stefano Boeri. Un modello anche nella pensione, fautore della giustizia riparativa (“che riesca in qualche modo a riparare il tessuto personale e sociale lacerato, e a migliorare il futuro di tutti”) ha fatto il volontario nel carcere di Bollate, difendendo gratis deboli ed extracomunitari. Ha raccontato sul Corriere Luigi Ferrarella: “Un giorno un giovane avvocato d’ufficio si sentì chiamare dal carcere di Bollate, al telefono c’era uno sconosciuto che con tatto gli suggeriva una linea difensiva per un detenuto suo assistito, chiedendo se avesse mai esplorato una certa questione giuridica per quel caso. Idea acuta, convenne stupito il legale, e ancora di più si sorprese quando, dovendo ritelefonare al carcere per farsi dire come si chiamasse l’educatore gentile, scoprì che era Valerio Onida, l’ex presidente della Corte Costituzionale”.

È morto a Milano il 14 maggio 2022, rimpianto da 5 figli: “Non è stato un padre ingombrante, eppure avrebbe potuto esserlo, con tutti i suoi titoli. Nessuno di noi lo ha seguito negli studi e nella professione e lui non ci ha mai manifestato dispiacere. Ci ha educati alla libertà e ha rispettato la nostra libertà”.