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di Luciano Moia

Avvenire, 15 giugno 2022

La Garante dell’infanzia Carla Garlatti: più spazio alla giustizia riparativa e all’educazione. Nella Relazione annuale al Parlamento le cinque emergenze da fronteggiare.

Crisi internazionali, povertà, preoccupazioni per la salute mentale, allarme per la devianza e la micro criminalità giovanile, abuso di Internet e cattivo utilizzo degli ambienti digitali. Sono le cinque emergenze indicate dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, nella Relazione annuale al Parlamento.

Un documento che è anche un appello alle istituzioni e agli adulti in generale perché ci sia un impegno più concreto per dare speranza e futuro ai minorenni, coinvolgendoli direttamente nelle scelte che li riguardano. Le crisi internazionali. Pandemia e guerra stanno facendo sentire i loro effetti devastanti anche sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati. Sono più che raddoppiati. Erano 6.054 al 31 dicembre 2019, mentre alla fine dello scorso aprile ne sono stati censiti oltre 14mila. È cambiato anche il Paese di provenienza.

Ora, come già sottolineato, è l’Ucraina a guidare la graduatoria, con circa 5mila minorenni, per la metà tra i 7 e i 14 anni. Ecco perché il nostro sistema di accoglienza dev’essere rafforzato. “Serviranno più tutori volontari - ha spiegato la garante - formati dai garanti regionali e nominati dai tribunali per i minorenni, si prendono carico di accompagnare i minori soli nel percorso di crescita e di inclusione nella nostra società”.

Le povertà. Secondo le stime pubblicate da Istat a marzo, il totale dei minorenni in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384mi1a: l’incidenza si conferma elevata (14,2%), stabile rispetto al 2020 ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019 (11,4%). “La presenza di figli minori - ha sottolineato Carla Garlatti - continua a rappresentare un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio: l’incidenza di povertà assoluta si mantiene alta (11,5%) proprio in quelle che hanno almeno un figlio di minore età. Nel caso di coppie con tre o più figli sale al 20%”. Da qui l’auspicio della garante per dare seguito alle misure di sostegno al reddito previste dal Family Act e all’attuazione al Piano infanzia e alla Child guarantee.

La salute mentale. Gli effetti della pandemia hanno generato nei minorenni una condizione generalizzata di crisi che si è manifestata con segnali di malessere e disagio. Carla Garlatti ha fatto riferimento alla ricerca condotta dalla stessa Autorità, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero dell’istruzione, da cui è emerso un peggioramento delle condizioni di benessere dei bambini e dei ragazzi.

“Tra le raccomandazioni per fronteggiare questa emergenza - ha ricordato - la necessità che le azioni di programmazione, prevenzione e cura superino la frammentarietà regionale e locale. Vanno poi previste adeguate risorse per i servizi, fornite risposte specifiche in base all’età, garantito un numero di posti letto in reparti dedicati ai minorenni e istituiti servizi di psicologia scolastica”. La ricerca è durata un anno e proseguirà per altri due, coinvolgendo fino a 35.000 minorenni dai 6 ai 18 anni.

Devianza minorile. Fenomeno a macchia di leopardo. In alcune zone con carattere episodico e allarme sociale talora sovradimensionato, in altre invece si manifestano casi che richiedono una particolare attenzione. Carla Garlatti ha ricordato i casi di Milano, Brescia, Roma, Bologna, Catania, Firenze, Palermo, mettendone in evidenza le varie specificità.

Come rispondere a queste situazioni? Per esempio con giustizia riparativa, “che consente agli autori di reato di comprendere la sofferenza della vittima a partire dal suo vissuto, acquisendo consapevolezza di aver agito non contro qualcosa (la legge) ma contro qualcuno. E quindi può essere uno strumento per contenere i casi di recidiva”. Non a caso la giustizia riparativa rappresenta uno degli aspetti più significativi della riforma Cartabia. E la garante ha formulato una serie di proposte al Tavolo di lavoro che sta preparando gli schemi di decreto legislativo.

Tra l’altro la possibilità per il minorenne di decidere autonomamente, anche senza il consenso dei genitori, se partecipare o meno a un percorso di giustizia riparativa. E poi un maggiore coinvolgimento delle famiglie e l’estensione dell’accesso anche agli autori di reato con meno di 14 anni. Attenzione a Internet. Dalla pandemia in poi il mondo è cambiato.

Il grande utilizzo di web, social e dintorni comporta anche dei rischi per i diritti dei minori. Secondo la garante c’è l’urgenza di evitare che bambini troppo piccoli utilizzino servizi online e social non adatti per la loro età con la definizione di un meccanismo di age verification sul modello dello Spid. Con riferimento alla condivisione delle immagini dei figli da parte dei genitori (il cosiddetto sharenting), ha poi proposto di riconoscere ai ragazzi oltre i 14 anni la possibilità di chiedere in autonomia la rimozione delle foto.

Tra gli altri suggerimenti l’applicazione delle norme in tema di lavoro minorile per contenere il fenomeno dei baby influencer. “Fondamentale, infine - ha sottolineato la garante - la realizzazione di campagne di sensibilizzazione che, per essere efficaci, dovranno essere portate avanti con la partecipazione dei minorenni”.

Per promuovere l’educazione a un uso corretto e sicuro di internet e dei social, l’Autorità garante ha promosso, tra l’altro, un progetto di educazione digitale per le ultime tre classi della scuola primaria che utilizza un libro ad hoc di Geronimo Stilton.