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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 19 marzo 2024

Arriva il richiamo del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Nell’ombra delle decisioni politiche e delle leggi emanate, si cela spesso la realtà dei diritti umani violati, dei minori abbandonati a un destino incerto e degli individui privati della loro dignità. È quanto emerge dalla recente pronuncia del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ha posto sotto la lente d’ingrandimento la situazione dell’accoglienza dei minori non accompagnati in Italia.

Il caso che ha catalizzato l’attenzione è quello di Darboe e Camara c. Italia, una sentenza del 2022 che ha condannato l’Italia per aver collocato un minore straniero non accompagnato per più di 4 mesi in un centro di accoglienza per adulti, sovraffollato e privo di strutture e assistenza sanitaria adeguate, e per averlo identificato come adulto, solo sulla base di un esame radiografico del polso e senza garantirgli la possibilità di presentare ricorso. Nonostante questa sentenza, l’Italia sembra non aver intrapreso misure sufficienti per garantire il rispetto dei diritti umani nei confronti di questi minori vulnerabili.

Il governo italiano, nel 2023, ha chiesto la chiusura della procedura di supervisione della sentenza, affermando di aver preso le misure necessarie per porre fine alle violazioni riscontrate. Tuttavia, le affermazioni delle autorità italiane sono state contestate dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), che ha segnalato al Comitato dei Ministri la persistenza di violazioni sistemiche analoghe a quelle per cui l’Italia era stata condannata. La situazione si è ulteriormente aggravata con l’entrata in vigore del decreto legge 133/ 23, convertito in legge 176/ 23, che ha notevolmente ridotto le garanzie relative alla procedura di accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati. Questo passo indietro legislativo ha sollevato serie preoccupazioni sia all’interno che all’esterno del paese.

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha espresso profonda preoccupazione per la legislazione emanata, che ha fornito la base giuridica per collocare i migranti non accompagnati di età superiore ai 16 anni in strutture per adulti, violando così il divieto assoluto di trattamenti inumani o degradanti. Questo è in netto contrasto con le norme stabilite dalla Corte Europea dei Diritti umani e ha sollevato il timore di ulteriori violazioni dei diritti umani fondamentali. Inoltre, il Comitato ha rilevato gravi carenze nel sistema di accoglienza dei minori non accompagnati, definendo la capacità del sistema “largamente insufficiente”. Questo scenario, già critico, è stato ulteriormente complicato dall’attuale emergenza migratoria, mettendo a rischio la tutela e il benessere dei minori più vulnerabili.

Di fronte a questa situazione, il Comitato dei Ministri ha invitato le autorità italiane a intraprendere misure concrete per garantire il rispetto dei diritti umani dei minori non accompagnati. In particolare, sono richieste ulteriori azioni per migliorare le procedure di accertamento dell’età e per assicurare che i minori non accompagnati siano collocati in strutture adeguate alle loro esigenze e rispondenti al loro superiore interesse. Le autorità italiane sono tenute a fornire informazioni dettagliate sulle misure adottate entro il 15 settembre 2024, in vista del prossimo esame dell’attuazione della sentenza da parte del Comitato dei Ministri. È un momento cruciale per l’Italia, chiamata a dimostrare il suo impegno per i diritti umani e per il rispetto degli standard internazionali nell’accoglienza dei minori non accompagnati.