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Corriere della Sera, 15 febbraio 2023

Il progetto da Modena fino in Germania, Polonia, Romania e i Balcani Orientali. Trenta mesi di progetti culturali e opere teatrali che coinvolgeranno organizzazioni e istituti penitenziari di cinque Italia, Germania, Polonia, Romania e i Balcani orientali. Un progetto partito a inizio febbraio a Modena dal titolo Ahos, All Hands On Stage - Theatre as a tool for professionalisation of inmates. Ovvero il Teatro come strumento di professionalizzazione per i detenuti. Il progetto, cofinanziato da Creative Europe, è stato ideato dalla compagnia Teatro dei Venti. Il progetto è stato presentato Partito nella sala di Rappresentanza del comune di Modena alla presenza di Anna Albano, direttrice della casa circondariale di Modena, Simona Pugliese, capo area trattamentale della casa di reclusione di Castelfranco Emilia, Stefano Tè, direttore artistico del Teatro dei Venti, Holger Syrbe rappresentante del partner tedesco aufbruch e degli altri partner di progetto, di Andrea Bortolamasi e Roberta Pinelli, assessore alla Cultura e assessora alle Politiche Sociali del Comune di Modena.

L’obiettivo è di organizzare tirocini formativi per detenuti internati ed ex detenuti che avranno svolto percorsi di formazione all’interno degli istituti detentivi di Modena e Castelfranco Emilia. Il titolo “All Hands on Stage” è ispirato a un detto marinaresco inglese, “all hands on deck”, letteralmente “tutte le mani sul ponte”, che si usa per dire che è necessario l’aiuto di tutti per raggiungere un obiettivo. Il progetto Ahos mette in relazione il mondo del teatro e quello della detenzione, stabilendo un contatto di collaborazione profonda per contribuire alla creazione di buone pratiche a livello europeo. Con gli obiettivi di sviluppare e sperimentare un percorso di formazione e accompagnamento per la professionalizzazione dei detenuti in ambito teatrale (recitazione, tecnica, scenografia, costumi, luci e audio); rafforzare e valorizzare le competenze degli operatori professionali che già svolgono attività teatrali in carcere, attraverso un confronto a livello europeo; sviluppare e pilotare un corso di formazione per gli operatori culturali che intendono lavorare in carcere, finalizzato a diffondere e incrementare le buone pratiche del teatro in carcere su tutto il territorio nazionale; sensibilizzare il pubblico teatrale e i principali stakeholder sull’importanza di questo nuovo percorso professionale non solo per il singolo detenuto, ma per la società nel suo complesso.

“Questo nuovo progetto ufficializza un percorso che abbiamo da tempo avviato all’interno delle carceri di Modena e Castelfranco Emilia — dice Stefano Tè, direttore artistico del Teatro dei Venti — un percorso che ha a che fare col teatro e con le diverse professioni del teatro. Quindi non solo quella parte che consideriamo prettamente artistica, ma anche quella legata alla formazione di tecnici luci, tecnici audio, scenografi. Questa è una occasione importante perché si condivide soprattutto con altri partner europei una modalità, una modalità che può essere vincente perché risponde a una doppia necessità. La necessità del mondo culturale di trovare tecnici formati e la necessità di detenuti ed ex detenuti di far fronte al post detenzione, a questo passaggio estremamente delicato tra il dentro e fuori. Quindi questo progetto vuole dare una possibilità non solo di formazione, ma anche di lavoro, e questo è l’elemento innovativo. Fare teatro abbraccia un concetto più ampio, non solo stare in scena, ma stare anche dietro la scena. Anche pensare a un disegno luci, pensare una soluzione per una scenografia, per una pedana, per un allestimento è fare teatro, è pratica teatrale. Noi crediamo che questa visione possa dare possibilità concrete, perché l’accesso al mondo del teatro, se è solo pratica artistica, rischia di essere un limite, perché è molto complesso fare del teatro un’esperienza lavorativa permanente, probabilmente l’esperienza tecnica può essere più concreta e immediata”.