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di Giacomo Lippi

Il Resto del Carlino, 23 febbraio 2024

Tortellini e altri tipi di pasta fresca direttamente dal carcere Sant’Anna di Modena. Tratta di questo l’iniziativa lanciata dalla cooperativa sociale Eortè di Limidi di Soliera, con la collaborazione dello chef Rino Duca dell’osteria “Il grano di Pepe” di Ravarino, nel quale saranno proprio i detenuti della struttura a realizzare diversi tipi di pasta fresca fatta a mano. Parte del ricavato verrà trattenuto dall’amministrazione del carcere con il fine di rimborsare le spese sostenute per il mantenimento dei condannati nella struttura.

L’obiettivo: insegnare un lavoro nuovo - L’obiettivo della nuova iniziativa che si svolge all’interno della casa circondariale di Sant’Anna, lanciata dalla cooperativa Eortè di Limidi di Soliera con il patrocinio del Comune di Modena, prevede che i detenuti realizzino diversi tipi di pasta fresca utilizzando esclusivamente materie prime a km 0. Il tutto avviene sotto la supervisione dello chef Rino Duca, titolare dell’osteria “Il grano di pepe” di Ravarino, affinché possano essere garantite sia la piena formazione dei condannati che la buona riuscita dell’attività. Il progetto è stato reso ufficiale a seguito di un accordo firmato tra il vicepresidente di Eortè, Federico Tusberti, e il direttore di Sant’Anna, Orazio Sorrentini. Al finanziamento dell’iniziativa hanno partecipato anche l’arcidiocesi di Modena-Nonantola, BPer e Fondazione Cattolica Assicurazioni. I detenuti che prenderanno parte all’attività saranno inizialmente tre e avranno modo di imparare un mestiere nuovo, in attesa della conclusione della loro pena. Il reale obiettivo, tuttavia, è quello di aumentare il numero dei partecipanti e, soprattutto, rendere il laboratorio economicamente indipendente entro il 2025.

“Collegamento tra carcere e territorio” - “Gli obiettivi dell’iniziativa sono molteplici - dichiara Valentina Pepe, direttrice di Eortè -. Il primo è quello di offrire ai detenuti del carcere di Sant’Anna un’opportunità di crescita personale e riabilitazione attraverso il lavoro, il secondo è costruire un collegamento tra carcere e territorio, mentre il terzo è quello di creare il marchio “Sant’Anna - Artigiani della pasta”, da mettere poi sul mercato. I clienti dell’iniziativa consisteranno prevalentemente in piccoli e medi ristoranti, mense e tavole calde, gastronomie e macellerie, gruppi di acquisto solidale e associazioni. “I tortellini e gli altri tipi di pasta fresca - spiega Valentina Pepe - saranno di qualità, perché fatti a mano con materie prime selezionate e a chilometro zero (quindi sostenibili dal punto di vista ambientale), virtuosi dal punto di vista sociale e rispettosi della tradizione gastronomica emiliana”.

I componenti di Eortè si definiscono fiduciosi riguardo il “beneficio che la formazione può portare all’interno di ambienti marginali come questi, trasformando i tempi morti della detenzione in competenza lavorativa, crescita personale e autostima spendibili anche all’interno di un luogo complesso come il carcere”. “I detenuti - conclude Pepe - non peseranno più sulle casse dello Stato, perché una quota del loro stipendio sarà trattenuta dall’amministrazione penitenziaria”.