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di Carlo Gregori

Gazzetta di Modena, 8 luglio 2022

“Violati i diritti fondamentali dei detenuti: attendiamo la mossa del Governo”. Il caso dei nove detenuti morti durante e dopo la rivolta dell’8 marzo 2020 nel carcere di Modena è stato al cento di un incontro in Sala Ulivi con l’associazione Antigone.

“Morti non archiviabili: il caso Modena e il ricorso Cedu” era il titolo dell’incontro che ha visto la presenza di Valerio Pascali di Antigone e Simona Filippi, l’avvocato dell’associazione che segue 8 dei 9 morti di Modena. Tra i relatori l’avvocato Luca Sebastiani e Barbara Randazzo docente all’Università di Milano che seguono alla Corte Europea il solo caso di Hafedh Chouchane; l’ex garante regionale Marcello Marighelli e il Comitato verità e Giustizia per i morti di Sant’Anna.

Il punto sul ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo presentato da Antigone per 8 dei 9 detenuti (il caso Piscitelli è a parte) è stato spiegato dall’avvocato Filippi: “È stato presentato una ventina di giorni fa. Tutti gli otto detenuti stranieri sono oggetto del ricorso e lamentiamo la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e quindi la tutela del diritto alla vita per i detenuti e la tutela del detenuto che non può essere sottoposto a attività degradanti o a tortura oltre alla violazione del giusto processo per le archiviazioni”.

Randazzo per il caso Chouchane: “Abbiamo presentato il ricorso direttamente alla Cedu, poi è seguito un filtro iniziale. Si tratta di un iter complesso che coinvolge gli esperti della cancelleria che verificano se ci sono gli estremi delle violazioni. Il nostro ricorso ha superato questo filtro ed è stato registrato. A questo punto siamo in attesa del secondo passo: la comunicazione al Governo Italiano. Da allora si avvierà il contraddittorio. Sarà l’occasione per conoscere in che modo il Governo intende difendersi dalle nostre doglianze”.