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di Umberto De Giovannangeli

Il Riformista, 9 luglio 2022

“Completamente appiattita sugli Usa che vogliono privatizzare il mondo. A che serve l’Ue se svende i curdi, ignora la richiesta di verità e giustizia per Regeni?”. Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero che sa andare controcorrente, che non ha paura di “provocare”.

“La Nato si è venduta a Erdogan gli eroi di Kobane”. Così Il Riformista titolava in prima pagina riflettendo sulla conclusione del recente vertice Nato di Madrid. Lei si meraviglia di quella vendita?

Non sono affatto sorpreso che la Nato e l’Europa si siano venduti a Erdogan. Mi sembra la cosa più normale del mondo.

Perché?

Perché a dispetto di tutte le chiacchiere sulla democrazia e sui diritti umani, l’Europa si è appiattita totalmente sull’America. Essersi appiattiti non vuol dire solo prendere ordini dagli Stati Uniti. Vuol dire essersi appiattiti sul modello americano che ha come obiettivo la privatizzazione del mondo. Gli Stati Uniti, come dice Noam Chomsky, non sono una democrazia, sono una oligarchia. Non è possibile una democrazia dove un solo un uomo ha una ricchezza pari al Pil di un continente. Questa non la si può chiamare democrazia. Perché i suoi mezzi per corrompere, per piegare, per decidere, sono superiori a quelli di qualsiasi politico. Sono un regime. Una volta parlando assieme al mio amico Guccini con un giornalista, ho detto: riconosco che per chi è privilegiato, quello americano è un regime più “garbato”. Mentre in Russia Putin ti sbatte in galera o ti fa sparire chissà dove, lì queste cose non si fanno. Perché si sono trovati dei modi per evitare gli urti delle vere critiche. Noam Chomsky da anni afferma che gli Stati Uniti sono un “Rogue state”, uno “Stato canaglia”. Chomsky è un intellettuale prestigiosissimo, ma tanto che danno gli può fare. Tanto gli Stati Uniti continuano a fare quello che gli pare e piace. Ma nel momento in cui Assange gli fa un danno, lo seppelliscono vivo. È inutile che ci raccontino questa favoletta da quattro soldi. È ovvio che avrebbero dato priorità a Erdogan: un dittatore, tecnicamente un criminale di guerra. Meglio un criminale di guerra nostro che la giustizia di un popolo che con uno dei suoi grandi leader, Abdullah Ocalan, ha addirittura intentato una forma di democrazia, il Confederalismo democratico, che è una delle teorie più splendenti che siano uscite negli ultimi quarant’anni. Chissenefrega. Ocalan marcisca pure in prigione, lui che è stato un combattente per l’indipendenza del suo popolo.

La Turchia, e non solo, lo considera un terrorista...

Il terrorismo... Ma perché gli israeliani quando combattevano contro gli inglesi non facevano terrorismo? Tutti i popoli che si vogliono liberare da una oppressione... l’hanno fatto gli algerini, e così tanti altri. È una pratica per liberarsi da una oppressione ingiusta. Una pratica molto dolorosa, terribile, ma è una pratica. Tornando a noi, al democratico Occidente, alla civile Europa, alla Nato portatrice di libertà: preferiscono l’Egitto allo strazio dei Regeni. Questo ragazzo fatto a pezzi per niente. Giulio Regeni era un cittadino europeo. Dov’è l’Europa a dire: o voi ci consegnate gli assassini, esecutori e mandanti, o noi tagliamo tutti i rapporti. E questo era l’Europa tutta che doveva affermarlo. Perché Giulio era italiano ma anche cittadino europeo. A cosa serve l’Europa se svende i curdi, fa orecchie da mercante alla richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni... L’Europa è una istituzione burocratica, con gli “eurocrati” che la comandano. Certo riescono a fare anche alcune cose buone, come ad esempio l’Erasmus, ma dal punto di vista dei valori essenziali, l’Europa non esiste. L’80% delle armi Nato sono americane. Le decisioni che contano, vedi l’Ucraina, sono prese dagli americani. Punto. E poi hanno la faccia tosta, per non dire altro, di definirla un’Alleanza. L’Europa si è ridotta ad essere uno stato degli Stati Uniti d’America.

E in questa Europa da lei descritta, c’è vita a sinistra?

In Francia sì, Mélenchon. In Italia no. Con tutto il rispetto per il mio amico Fratoianni, che stimo molto, e alcuni altri, non hanno capito che bisogna parlare il linguaggio dei nostri tempi. Io non ho delle soluzioni in tasca, ricette magiche. Purtroppo in Italia oggi abbiamo delle “frattaglie” politiche che non riescono neanche a mettersi insieme fra di loro.

Provi lei a suggerire una strada...

Cinque punti di programma, cinque. Glieli elenco: giustizia sociale; sanità pubblica; istruzione pubblica; pace; sviluppo massivo della cultura. Le cose economiche devono venire dopo. se tu hai una cultura generale alta anche quello che farai economicamente sarà alto. Vorrei ricordare anche ai signori liberisti che Adam Smith era un filosofo morale. L’intelligenza, le menti brillanti dove sono?

Queste menti brillanti non dovrebbero dire parole più forti e chiare sulla guerra?

E lo dice a me! Io mi sono danneggiato pesantemente la carriera perché difendo i diritti dei palestinesi. Altra prova che l’Occidente fa schifo. Sono oltre settant’anni che li occupano. Li sottopongono ad apartheid, a infinite vessazioni, ottocentomila arresti amministrativi, arresti di bambini.

L’Occidente trova tutto normale. Non si può dire una parola contro i governi israeliani. Le racconto un episodio emblematico: recentemente, un giornalista di chiara fama, di cui non voglio fare il nome perché mi ritengo un gentiluomo, mi ha telefonato per dirmi che voleva farmi un’intervista sulla questione della guerra. Gli risposi che era un grande onore che lui intervistasse me. Dopo un po’ mi richiama per dire che c’aveva ripensato, comincerebbero infinite polemiche, insulti, scusami ma c’ho ripensato. Capisce in che condizioni siamo? L’Italia ha il più alto tasso di vigliaccheria che io conosca tra i paesi cosiddetti civilizzati. Io non ho mai visto un livello così di vigliaccheria.

Per tornare sull’Italia e la sinistra. Sul mercato dell’offerta politica nel campo progressista e di sinistra si è dimenticato del Pd...

Cos’è, una battuta? Il Pd di sinistra? Ma il Pd è un partito di centro e neppure tanto progressista. Non basta dire delle cose di genere o sul diritto d’aborto per definirsi di sinistra, certe cose le dicono anche molti conservatori. Sa una cosa che caratterizza davvero, nell’anima, una forza di sinistra?

Lo dica lei...

Sopra ogni altra cosa è la ripulsa della guerra. La guerra è inaccettabile. Se sei uno di sinistra questo dovrebbe essere il primo comandamento. L’unica guerra che puoi accettare è se qualcuno ti viene in casa e cerca di sottometterti...

L’interrompo: ma non è questa la guerra che stanno combattendo gli ucraini, con il sostegno dell’America, dell’Europa, della Nato?

È l’immagine che vogliono far passare dell’Ucraina, ma si tratta di una immagine falsata...

Perché falsata?

Perché le manovre per fare dell’Ucraina un paese contrapposto alla Russia, sono in atto da molto tempo. Un po’ di storia fa sempre bene: quando l’Urss collassa e il presidente Usa George Bush senior raggiunge un accordo con il presidente dell’Urss Michail Gorbaciov, un accordo ben definito. Stiamo parlando di Gorbaciov, non del sanguinario Putin. Gorbaciov acconsente all’unificazione delle due Germanie e all’ingresso del nuovo Stato nella Nato, a una condizione che viene ufficializzata: che la Nato “non si espanda a est nemmeno di un centimetro”. Condizione che a partire dal 1994 non verrà rispettata. D’allora, il 1994, l’Alleanza atlantica ha iniziato ad inglobare gli ex paesi del patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Croazia e Albania, Montenegro ecc.

Spingendosi fino ai confini della Russia. Di fronte alle reiterate proteste di Putin, la risposta è: ce ne freghiamo. Trattandolo alla stregua di un paria. L’Unione sovietica è crollata, si è dissolta, e ora voi non contate più niente. E alla Russia di non contare più niente non le sta bene. Il punto è che gli americani vogliono dominare il mondo.

Quello che emerge, mainstream, è l’eccezionalismo americano, che si fonda su un dogma assoluto: la terra è destinata a noi e noi siamo destinati a guidare il mondo. Gli Stati Uniti hanno 900 basi militari a ogni angolo del pianeta. Perché? Qual è il senso? Non solo. Hanno rinverdito, qualora ce ne fosse bisogno, la “dottrina Monroe”, cioè che il Centro e il Sud America sono il cortile di casa loro. Questo affermava quella “dottrina”. Che poi si è estesa al mondo. Che senso ha che gli Stati Uniti abbiano le loro armi a 800 chilometri da Mosca? Vorrei vedere se la Russia mettesse installazioni militari in Venezuela da Maduro. Cosa farebbero gli americani? Guerra, senza ombra di dubbio. Loro hanno deciso che la Russia debba essere una potenza regionale, limitata. Lo aveva affermato con brutale chiarezza, l’allora Sottosegretario alla Difesa Usa Paul Wolfowitz, in quella che poi divenne la “dottrina Wolfowitz”, fondata su un principio guida: non dovrà più sorgere un nostro competitor.

Mai più. A farli diventare matti non è tanto la Russia quanto la Cina, che sul piano economico è molto più che un competitor, e probabilmente è già più potente di loro. Quello che non accettano è che il “secolo americano” pian piano volge al termine. Io sono favorevole a una multipolarità. L’Europa era l’ideale per diventare lo Stato sovranazionale della pace e dei diritti.

Ma una Europa appiattita sull’America è irrilevante. Parlano di voler difendere i diritti, la democrazia, la libertà. E poi dentro la Nato c’è un dittatore come Erdogan. Pulisci dentro casa tua se vuoi essere credibile. Col cavolo che lo fanno. E le armi ai sauditi che stanno massacrando i yemeniti? Neanche una parola. Qui da noi vige ormai un maccartismo mediatico.