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di Andrea Aversa

L’Unità, 5 gennaio 2024

Ad Ancona c’è stata una protesta con due detenuti saliti sul tetto della struttura: uno di essi è caduto ed è stato soccorso. Inoltre ci sono giunte segnalazioni per presunti casi di mala sanità. In provincia di Caserta, per la Polizia Penitenziaria, c’è stata una rivolta che ha causato gravi danni e la presa in ostaggio di alcuni agenti. Ma il Garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello ha smentito.

Ieri due detenuti di origine tunisina sono saliti sopra il tetto del carcere di Montacuto ad Ancona per protestare. I motivi pare siano riconducibili al trasferimento presso un altro penitenziario e al cambio dei numeri utili alla richiesta delle dovute autorizzazioni. Durante la mobilitazione, uno dei due reclusi, è caduto schiantandosi al suolo da un’altezza di circa quattro metri. Non è in pericolo di vita ed è stato soccorso e trasportato in ospedale. Pare che entrambi fossero detenuti nel reparto psichiatrico e che uno dei due, al ritorno dal nosocomio, avesse dato fuoco alla cella. Il carcere marchigiano è uno dei peggiori d’Italia in termini di vivibilità e sovraffollamento, diversi - nell’ultimo periodo - le vicende balzate all’onore delle cronache.

Cosa è successo ad Ancona nel carcere di Montacuto - Le ultime segnalazioni giunte alla nostra redazione e raccolte dall’associazione Sbarre di zucchero, hanno riguardato due casi di presunta mala sanità. Ha scritto la sorella di un detenuto: “Mio fratello è detenuto nel carcere di Montecuto. È malato di diabete, sono due anni che non fa una visita e sono tre giorni che lui non fa l’insulina per protesta. Inoltre, è affetto da disturbi mentali. Sono molto preoccupata, il diabete può salirgli fino a un valore di 450 / 500. Ho mandato mail e provato a telefonare ma non riesco a mettermi in contatto con il carcere e con un garante per i diritti dei detenuti. Mio fratello ha solo 32 anni ed ha diritto ad essere curato. Oggi i suoi compagni per solidarietà hanno iniziato la battitura”. E ancora, dalla parente di un altro detenuto a Montacuto: “Mio fratello è affetto da idrocele, da più di un anno e mezzo. Ha anche fatto la pre-ospedalizzazione ma ad oggi non è ancora stato operato. Forse stanno aspettando che gli vengano tagliati i testicoli perché fra un po’ andrà in necrosi. Vi prego aiutateci perché altrimenti lo lasciano morire così”.

Cosa è successo nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - Nel penitenziario in provincia di Caserta la mancata concessione di un permesso a un detenuto per recarsi al funerale di un parente, avrebbe scatenato - secondo le note della Polizia Penitenziaria e dei suoi sindacati - una violenta rivolta. Oltre 200 detenuti avrebbero preso in ostaggio alcuni agenti, si sarebbero barricati in una specifica sezione del reparto ‘Volturno’ e avrebbero danneggiato gravemente la struttura penitenziaria. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uipla Polizia Penitenziaria, ha chiesto - appellandosi alle istituzioni - misure urgenti per risolvere le problematiche che da anni caratterizzano la vita in carcere.

Ma secondo il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello non è andata così. Quest’ultimo ha spiegato a Il Riformista: “Secondo voi come è possibile che una rivolta che avrebbe visto protagonisti 230 detenuti sia rientrata nel giro di poco tempo con direttore, vice-direttore e magistrato di sorveglianza già tornati a casa? Mi hanno telefonato i familiari dei detenuti dopo aver letto i comunicati dei sindacati di polizia penitenziaria. La verità è un’altra: con il nuovo decreto sicurezza basta che tre persone non rientrano in cella dopo l’ora d’aria per classificare questo episodio come una rivolta. Ho parlato con il magistrato di sorveglianza Marco Puglia. Mi ha spiegato che la protesta di pochi detenuti è rientrata poco dopo il suo arrivo. Ho parlato anche con il vice-direttore Marco Casale del carcere che era presente sul posto. Nessuno mi ha parlato di danni ingenti all’interno della struttura. La verità è che non è successo nulla di quello che hanno battuto le agenzie dopo aver ricevuto i primi comunicati della penitenziaria”.