quibrescia.it, 15 febbraio 2023
Gli studenti di 5B del liceo scienze umane hanno avviato un progressivo avvicinamento alla realtà della detenzione che avrà il suo culmine con la visita al carcere di Verziano il prossimo 28 febbraio. “La scuola incontra il carcere”: con questo progetto gli studenti di 5B del liceo scienze umane del Don Milani di Montichiari (Brescia) hanno avviato un progressivo avvicinamento alla realtà della detenzione che avrà il suo culmine con la visita al carcere di Verziano il prossimo 28 febbraio.
Coordinati dalla docente referente Roberta Chiari, i ragazzi sono stati guidati dai volontari dell’associazione bresciana FI.LI., Fiducia e Libertà, che sostiene i carcerati durante la detenzione e, soprattutto, li aiuta nel reinserimento sociale a fine pena.
“Il percorso - dichiara la professoressa Chiari - nasce dalla consapevolezza che la scuola riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione del disagio e nella diffusione tra i giovani della cultura della legalità. Grazie alla mediazione dei volontari, gli studenti hanno conosciuto storie di vita difficili, complesse e faticose perfino da ascoltare, insieme alla testimonianza di chi è riuscito a ricominciare e sta vivendo la sua seconda opportunità”.
Il tutto è divenuto occasione per riflettere su devianza e disagio, su fatica di vivere e conseguenze di scelte sbagliate, anche in vista delle prossime responsabilità che i giovani saranno chiamati ad assumersi con la fine della scuola superiore, pure queste frutto di scelte che comportano rischi e valutazioni da non affrontare con superficialità.
La disposizione a comprendere, pur senza giustificare, non è immediata e anche per questo i ragazzi sono entrati gradualmente in contatto con le persone che tra poco conosceranno: nei mesi scorsi hanno avviato una corrispondenza epistolare che ha suscitato emozioni anche molto forti e li ha aiutati ad abbandonare molti stereotipi sulla vita in carcere e sugli stessi detenuti. Il lavoro di focalizzazione e confronto su carcere immaginato e carcere vissuto ha alimentato il dialogo e nutrito per entrambe le parti coinvolte la consapevolezza di quanto l’istruzione possa diventare strumento di recupero e l’educazione sia fondamentale per il reinserimento in società.
L’incontro in classe con i volontari e un ex detenuto è stato inoltre l’occasione per riflettere su temi come diversità, prevenzione, giustizia, legalità, pentimento/perdono, rieducazione e integrazione nel mondo lavorativo e delle relazioni. A questo punto gli studenti sono pronti per la visita al carcere che li coinvolgerà per un’intera mattinata, insieme ai detenuti conosciuti finora solo per lettera, ai loro insegnanti tra le mura del penitenziario e ai volontari di FI.LI., in particolare i monteclarensi Aldo Alberti e Maria Maddalena Schena.
“Per la riuscita di un percorso di inclusione - sottolineano i volontari - è fondamentale costruire una rete intorno alla persona. Tale rete è caratterizzata da istituzioni, volontari, associazioni, organizzazioni, oltre che dalla famiglia. Attraverso un percorso di formazione, detenuti ed ex detenuti avviano un processo di cambiamento per riprendere in mano la propria vita, evitando la recidiva. Le testimonianze di ex carcerati hanno proprio l’obiettivo di dimostrare concretamente che questo nuovo progetto di vita è fattibile”. “La peculiarità del progetto - conclude la referente Chiari - consiste proprio nel ruolo da protagonista assegnato a ogni soggetto coinvolto, concorrente necessario e di uguale livello, senza alcuna gerarchizzazione o discriminazione”.