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di Salvo Palazzolo

La Repubblica, 12 maggio 2023

Deceduti un russo e un italiano. La notizia resa nota solo grazie alla denuncia del sindacato di polizia penitenziaria Sippe: “Ci facciamo carico di queste situazioni di disagio con organici insufficienti”. Inchiesta della procura di Siracusa. Arriva il nuovo Garante in Sicilia, è l’ex magistrato Santi Consolo.

Erano in sciopero della fame da 60 e 41 giorni. Due detenuti del carcere di Augusta sono morti in ospedale a distanza di una quindicina di giorni. Uno, di nazionalità russa, condannato all’ergastolo, chiedeva l’estradizione verso il proprio paese, sin dal 2018: è deceduto in ospedale il 9 maggio. L’altro, un siciliano di 45 anni, di Gela, anche lui con un ergastolo da scontare, riteneva di essere stato condannato ingiustamente. Su questi due decessi indaga la procura di Siracusa diretta da Sabrina Gambino, allo stato i fascicoli sono “contro ignoti”.

Per certo, si tratta di due casi passati sotto silenzio se non fosse arrivata la denuncia del sindacato di polizia penitenziaria Sippe. Ma i due detenuti erano già morti. Così, ora interviene il Garante dei detenuti, Mauro Palma: “È necessaria una completa informazione su queste situazioni, che deve fluire dagli istituti penitenziari all’amministrazione regionale e centrale, affinché le situazioni problematiche possano essere affrontate con l’assoluta attenzione che richiedono”.

Il Garante ricorda che “molta doverosa attenzione” ha avuto il caso Cospito: “Il caso di una persona detenuta al 41 bis, con interrogativi che hanno anche coinvolto il mondo della cultura e l’opinione pubblica, oltre che le istituzioni”.

Un silenzio assordante ha invece “circondato il decesso di due persone detenute ad Augusta”, continua il Garante, che precisa: “Non si intende assolutamente sollevare problemi relativi all’assistenza che queste persone possono avere avuto nell’istituto e all’adempimento dei protocolli che sono previsti in simili casi”. Il tema è quello della “necessità di quella trasparenza comunicativa che, oltre a essere doverosa per la collettività, può anche aiutare a trovare soluzioni in situazioni difficili perché non si giunga a tali inaccettabili esiti”.

I sindacati della polizia penitenziaria rilanciano: “Sempre più spesso siamo noi a doverci fare carico di queste situazioni di disagio - dice Nello Bongiovanni, della segretaria siracusana del Sippe - ma intanto gli organici sono ridotti sempre più all’osso”.

Da Siracusa a Palermo, la situazione non cambia. Come denuncia Dario Quattrocchi, segretario nazionale dell’Osapp, che in questi giorni ha promosso una protesta insieme ai colleghi delle altre sigle sindacali: mercoledì, tutti gli agenti dell’Ucciardone non sono andati a mensa. “Un modo per denunciare la gravissima carenza di personale”, dice Quattrocchi: “Con l’integrazione di sole dieci unità non si riesce a sviluppare il servizio e il piano estivo”. La protesta della mensa proseguirà la settimana prossima in tutti gli altri penitenziari siciliani. “Le carenze di personale sono ormai croniche ovunque”, ribadiscono i sindacati. Si arriva a situazioni limite in cui un agente deve controllare quattro piani.

“Accade all’Ucciardone - racconta il segretario nazionale dell’Osapp - una situazione inconcepibile. Mentre in tutta la Sicilia registriamo l’aumento delle aggressioni nei confronti dei colleghi”. Nello Bongiovanni ha vissuto in prima persona l’esperienza di una drammatica aggressione in carcere: “L’opinione pubblica deve conoscere le condizioni in cui siamo costretti ad operare - racconta - i detenuti non stanno rinchiusi in cella, ma hanno necessità di fare tante attività durante la giornata, dunque il nostro lavoro è particolarmente complesso”.

I sindacati chiedono una presa di posizione della politica. Mentre in Sicilia si insedia il nuovo garante dei detenuti, l’ex magistrato Santi Consolo, che è stato anche a capo del Dap, prende il posto del professore Giovanni Fiandaca.