sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Viviana Lanza

Il Riformista, 19 giugno 2022

Fu un innovatore, lo osteggiarono fino a puntargli il dito contro. Ne nacque un’accusa - maltrattamenti - che per chi dirige un istituto psichiatrico giudiziario è un’accusa pesante. Fu assolto in primo grado e ora anche in Appello.

La Corte di Appello di Napoli ha infatti ribadito l’assoluzione di Adolfo Ferraro, all’epoca direttore dell’ex Opg di Aversa, e di sedici tra psichiatri e sanitari in servizio presso la struttura. La sentenza è stata pronunciata dai giudici della sesta sezione della Corte di Appello e accoglie in pieno la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Domenico Ciruzzi e dall’avvocato Alessandro Motta e la richiesta del sostituto procuratore generale.

È un verdetto che chiude un lungo capitolo giudiziario e restituisce giustizia a Ferraro, da tutti descritto come un innovatore, che aveva introdotto in una struttura difficile come l’ex manicomio giudiziario attività proiettate verso una visione diversa della detenzione, incrociando però la resistenza di quella parte del mondo carcerario legata alla istituzione totale. Tra gli accusatori di Ferraro c’era uno degli attuali imputati per i pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Questo per evidenziare lo scontro tra due visioni opposte di detenzione e di gestione della popolazione detenuta. La magistratura deve averlo colto, infatti dopo l’iniziale rinvio a giudizio le accuse contro Adolfo Ferraro si sono sgonfiate in dibattimento fino a portare ad una prima assoluzione e si sono completamente volatilizzate ora, con il processo in secondo grado che ha messo un punto definitivo a questa vicenda.

Adolfo Ferraro assolto; del tutto Infondata l’ipotesi secondo la quale nella struttura aversana erano stati compiuti maltrattamenti e illecite contenzioni degli internati. “Il processo - sottolinea l’avvocato Domenico Ciruzzi - ha dimostrato l’assoluta correttezza della condotta degli psichiatri che, pur chiamati ad operare in una situazione difficilissima quale era quella degli Opg, hanno sempre agito nel pieno rispetto delle norme penali e deontologiche e nell’interesse esclusivo dei pazienti internati”. “Il dottor Ferraro - prosegue l’avvocato Ciruzzi - è stato un grandissimo innovatore nella cura dei pazienti psichiatrici ristretti negli Opg. Ha eliminato gradualmente tutti i letti di contenzione, ha coinvolto i pazienti in numerose attività trattamentali quali il teatro, la gestione dell’orto e dell’area verde, la cura degli animali.

Ha cercato, in parte riuscendovi, ad aprire alla società luoghi e istituzioni per loro natura chiusi quali erano gli ex manicomi giudiziari ed ha partecipato attivamente alla rivoluzionaria chiusura degli Opg e al passaggio alle Rems. Tutto ciò lo ha portato ad entrare talvolta in frizione con l’apparato penitenziario che continuavano ad avere una visione meramente carceraria dell’Opg e che hanno opposto una dura resistenza alle innovative proposte da Ferraro. L’assoluzione a ristabilisce la verità dei fatti e pone termine al tentativo di mistificare una storia, personale, umana e professionale interamente dedicata alla cura, all’ascolto ed al sostegno di quelli che il dottor Ferraro definisce - con amore e tenerezza - “i matti reclusi”.