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La Notizia, 18 gennaio 2024

Tre morti in dieci giorni, due in 24 ore: il penitenziario è una polveriera. Due suicidi in poco più di 24 ore, che si aggiungono a un decesso sospetto, appena due settimane prima, su cui si indaga per omicidio. Il carcere napoletano di Poggioreale è di nuovo una polveriera. In un istituto che conta oltre duemila detenuti, circa ottocento in più della capienza effettive, all’emergenza sovraffollamento si aggiunge quella di un’assistenza non adeguata a detenuti con problemi psichici. Due dei quali sono coloro che si sono tolti la vita nei giorni scorsi, impiccandosi nelle rispettive celle. Martedì scorso a essere trovato privo di vita è stato Ghoulam Mohmoud, un uomo di 38anni di nazionalità marocchina, detenuto da un mese a Poggioreale.

Un decesso sul quale la Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta. Nella cella del padiglione Firenze, dove Mohmoud era detenuto, convivono altri otto cittadini stranieri, ma a quanto pare nessuno fino ad ora sarebbe stato in grado di aiutare gli inquirenti a ricostruire i momenti che hanno preceduto la morte dell’uomo. Sulla salma è stato disposto l’esame autoptico, così come per il corpo di Andrea Napolitano, 40enne di Nola, trovato impiccato nella sua cella del padiglione Torino, all’alba del giorno precedente.

Napolitano scontava una condanna all’ergastolo per aver ucciso la sua compagna, Ylenia Lombardo. Diverso il caso del 33enne di Secondigliano, trovato senza il 5 gennaio, con segni di ecchimosi in alcune parti del corpo e per il quale si indaga sull’ipotesi di omicidio. Un solo elemento collega invece tra loro gli ultimi due detenuti morti, ed è un’enorme sofferenza psicologica. Un’emergenza nell’emergenza. Per il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello “bisognerebbe istituire nel carcere un’unità operativa di salute mentale”.

Per il vicesegretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp “il secondo suicidio a Poggioreale in 24 ore non può ridursi al solito rituale di commozione e rammarico. Chi rappresenta il Governo per la gestione del personale penitenziario abbia l’onestà morale di ammettere il fallimento e si faccia da parte”. “Sei i detenuti suicidatisi nei primi 15 giorni dell’anno, al ritmo di uno ogni 60 ore - dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria - sono la cartina di tornasole di un sistema penitenziario che continua ad apparire alla deriva”.