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di Viviana Lanza

Il Riformista, 10 novembre 2022

Un nuovo mondo sta per aprirsi per i ragazzi dell’area penale di Napoli del Centro di giustizia minorile. E ci si augura che possa essere la metafora di un nuovo futuro, di un percorso diverso e lontano da quello che li ha portati nelle fila della giustizia minorile. Questi ragazzi diventeranno sub per conoscere e tutelare il patrimonio ambientale e culturale della città. “Per la prima volta - spiega Giuseppe Centomani, direttore del Centro minorile della Campania - si immergeranno per un’attività di tipo professionale dopo aver conseguito il brevetto. Questi ragazzi vedranno un altro mondo: il patrimonio ambientale sottomarino del golfo di Napoli e cercheranno di tutelarlo e di amarlo”. L’appuntamento è per sabato mattina alle nove, alla spiaggia Molo Cappellini di Nisida. Il giorno prima, venerdì al circolo Savoia, i ragazzi riceveranno il brevetto da 18 metri per sub e sabato potranno essere già operativi nell’ambito di un progetto di recupero complessivo dell’eco-sistema marino del Golfo.

“Il Molo Cappellini di Nisida è un luogo doppiamente simbolico - spiega Centomani - anche perché saremo nel cuore del Campi Flegrei, in un’area geologicamente importante. Tanta l’emozione che vivremo nel vedere questi giovani approcciarsi ad un mondo nuovo”. Si tratta, dunque, di una doppia operazione: da una parte il recupero e la tutela del patrimonio ambientale e dall’altra l’avvio di un nuovo rapporto tra questi ragazzi e la città. I ragazzi indosseranno mute e maschera da sub e mentre loro si immergeranno, i volontari puliranno la spiaggia in superficie. “Ad accompagnare i ragazzi - Sto arrivando! sapere Rosario Santanastasio, presidente nazionale di Archeoclub D’Italia - ci saranno i palombari della Marina Militare e i sub di MareNostrum. Sono ragazzi che hanno aderito al progetto Bust Busters. Durante i corsi di formazione hanno visto e conosciuto il patrimonio ambientale della loro città”.

Finalmente una buona notizia dal mondo penitenziario, e il fatto che riguardi minori non può che far ben sperare. Francesca Esposito, referente attività sociali di MareNostrum, aggiunge: “Molti di questi ragazzi provengono da situazioni di degrado ed emarginazione, grazie a progetti come questi possiamo dimostrare loro che un altro modo di vivere e di autodeterminarsi sia possibile. La nostra associazione ha da sempre ritenuto che migliorare le condizioni di vita dei minori sottoposti alla pena detentiva con attività socio educative legate al mare, possa essere non solo motivo di socializzazione, di interrelazione, ma anche una grande opportunità per il loro graduale reinserimento all’interno del tessuto sociale. Siamo anche convinti che questo sia solo l’inizio di una sempre più stretta e proficua collaborazione”.

Il progetto nasce dalla collaborazione anche di Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, Asia, Archeoclub D’Italia, MareNostrum, Arpac Campania, i ristoratori del Borgo dei Marinari, i circoli “Reale Yacht Club Canottieri Savoia”, “Club nautico della Vela”, “Circolo del Remo e della Vela”, “Circolo Rari Nantes Napoli”. Al centro ci sono questi ragazzi e la loro seconda chance. “È la volontà riparativa che parte da questi ragazzi napoletani - aggiunge Giuseppe Centomani - in quanto ragazzi che hanno vissuto esperienze di disagio e di devianza. Un percorso emozionante durante il quale la loro partecipazione è addirittura cresciuta. Sarà una sorta di riconciliazione tra loro e la città, tra loro e la società. Siamo partiti con cinque e poi sono aumentati, altri minori dell’area penale di Napoli hanno voluto partecipare. Vogliono conoscere un mondo nuovo, vogliono avvicinarsi alla conoscenza per dimostrare alla società che ci sono. È un percorso di conoscenza, in quanto durante le lezioni, i ragazzi hanno dovuto imparare le tecniche di immersione ma anche vedere i fondali marini come patrimonio ambientale da tutelare. Un patrimonio ambientale che spesso custodisce anche il patrimonio archeologico sottomarino”.