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di Andrea Aversa

Il Riformista, 23 luglio 2022

Pesa 250 chili, ha diverse fratture, è cardiopatico e ha già avuto quattro infarti. È il profilo del detenuto arrivato nelle scorse ore nel carcere di Poggioreale a Napoli. Prima era ristretto nella Casa circondariale di Lecce e, su disposizione del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, adesso allocato nel reparto Sai (Servizio di assistenza intensificato) del carcere di Poggioreale.

“Non capisco la logica di questo trasferimento - dichiara il Garante campano, Samuele Ciambriello - Già è per me inconcepibile che Francesco, un uomo di 48 anni, che pesa 250 chili, ha diverse fratture, è cardiopatico ed ha già avuto quattro infarti, stia ancora in carcere e non in detenzione domiciliare in una struttura sanitaria o ospedaliera. Ancor più inaccettabile è che adesso stia in un istituto di pena come Poggioreale”.

Il caso di Francesco è solo l’ultimo di una serie episodi analoghi, primo tra tutti quello di Mario, l’uomo di 270 chili che da Poggioreale, proprio nei giorni scorsi, è stato mandato ai domiciliari dopo vari appelli e ben tre anni in cella.

“Troppi ammalati, anziani, detenuti con disturbi psichiatrici che riempiono le nostre carceri. Per loro dovrebbero essere pensate soluzioni diverse, misure alternative, anche in ragione del fatto che nelle carceri campane mancano medici, sia generi che specialistici, infermieri, psichiatri e psicologi. Lo Stato non può rimanere inerme davanti a storie come quelle di Francesco, che merita di scontare la sua pena in maniera dignitosa e soprattutto avendo le necessarie cure e non lontano da casa, da sue familiari, sapendo -per esempio - che la Casa circondariale di Bari ha un reparto Sai ben attrezzato e già anche collegato con il locale ospedale e con la facoltà di Medicina dell’Università barese. Le strutture carcerarie, così come Poggioreale, non possono farsi carico di un caso clinico così delicato. Si corre un rischio troppo alto”.