di Ciro Formisano
Metropolis, 30 luglio 2018
Il 34enne Michele Chierchia ritrovato cadavere in carcere. Era stato condannato a 6 anni di reclusione nel processo ai pusher torresi. È stato trovato morto in carcere, a Poggioreale, nella sua cella del padiglione Avellino, sabato mattina. Dalle prime indagini pare che si tratti di un suicidio.
Una tesi ribadita anche dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria che ieri ha diramato un comunicato ufficiale sulla vicenda. La tragedia sarebbe avvenuta, sempre secondo la ricostruzione degli agenti, durante l'ora d'aria all'interno della struttura penitenziaria nel braccio di alta sicurezza. Approfittando dell'assenza dei compagni di cella - usciti nel cortile - Chierchia si sarebbe tolto la vita. Il suo corpo è stato ritrovato diverso tempo dopo il decesso.
La Procura della Repubblica di Napoli ha avviato subito un'inchiesta per far luce sulla vicenda. Nelle prossime ore potrebbe essere disposta l'autopsia e verranno ascoltati anche alcuni detenuti. Pochi giorni fa un altro detenuto si è suicidato, sempre all'interno del penitenziario napoletano. Si trattava di un pregiudicato originario dell'area nolana.
Il personaggio - Chierchia stava scontando una condanna non definitiva a 6 anni di reclusione per spaccio di droga. Il 34enne, nel gennaio del 2015, fu uno degli indagati coinvolti nel maxi-blitz "Free Tower", la mega-inchiesta che ha decapitato il sistema spaccio tra Torre del Greco e Torre Annunziata. In tutto 54 arresti. In primo grado Chierchia è stato condannato a 7 anni di reclusione. Pena poi ridotta, il 28 novembre del 2017, dalla Corte d'Appello di Napoli.
Una sentenza della quale non sono ancora state depositate le motivazioni, come confermato da alcuni dei legali del collegio difensivo. Anche se quasi tutti gli imputati hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Secondo quanto riferito dal Sappe, Chierchia sarebbe tornato un uomo libero nel 2024.
L'allarme - Una vicenda che - aspettando i risvolti delle indagini - riaccende i riflettori sulle condizioni di disagio con cui sono costretti a fare i conti i detenuti nelle carceri italiane. Secondo il Sappe, nel primo semestre del 2018 ci sono stati 5.157 atti di autolesionismo, 46 morti per cause naturali, 24 suicidi e 585 tentativi di suicidio sventati in tempo. Solamente in Campania i suicidi sventati sono stati 48 in sei mesi. "Da tempo - secondo Donato Capece, segretario generale Sappe - la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati". Nell'ultimo anno, sempre in Campania, sono 5 i suicidi accertati e 77 i tentativi di suicidio evitati dagli uomini della polizia penitenziaria.
Il precedente - Una vicenda che comunque riporta alla mente la tragedia del febbraio del 2017. Quando, sempre nel carcere di Poggioreale, venne ritrovato il corpo senza vita di un altro pregiudicato di Torre del Greco. Si chiamava Vincenzo Panariello, 38 anni.
Anche in quella circostanza il cadavere dell'uomo venne ritrovato all'interno della sua cella. L'uomo, arrestato perché considerato organico a un'organizzazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, aveva chiesto, poco prima, il trasferimento in un diverso padiglione del penitenziario napoletano.