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Comunicato Sappe, 29 luglio 2018

 

Nel primo semestre del 2018 abbiamo contato nelle carceri italiane ben 5.157 atti di autolesionismo, 46 morti naturali, 24 suicidi e 585 tentati suicidi sventati in tempo dagli uomini e dalle donne del Corpo di Polizia Penitenziaria. Solamente in Campania i suicidi sventati sono stati 48 in soli sei mesi.

Ha deciso di togliersi la vita uccidendosi nella sua cella della Casa circondariale Poggioreale di Napoli dov'era detenuto perché condannato per vari reati. Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, commenta: "L'uomo, M.C., italiano di Torre del Greco, si è suicidato ieri. Era appellante con fine pena 2024 per reati legati alla legge stupefacenti, ristretto in regime di Alta Sicurezza: ha approfittato che i compagni di stanza erano al passeggio. L'Autorità Giudiziaria competente ha avviato tutti gli accertamenti che il caso impone con la collaborazione della Polizia Penitenziaria ivi in servizio. Purtroppo è il secondo caso di suicidio in pochi giorni nell'Istituto di Poggioreale, oltre a due morti naturali di altrettanti detenuti nelle carceri di Avellino e S. Maria Capua Vetere, ove un detenuto ricoverato è deceduto l'altro ieri in ospedale. La tragedia continua".

E aggiunge: "Questo nuovo drammatico suicidio di un altro detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri.

Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti.

Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l'organizzazione di un servizio d'intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l'intero istituto dove questi vengono implementati. È proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ma ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione".