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di Giuliana Covella

Il Mattino, 18 novembre 2022

Parole in Libertà si pone l’obiettivo di aprire per un gruppo di detenuti delle due carceri una finestra sul mondo esterno. Verrà data loro infatti la possibilità di cimentarsi nella scrittura e di vestire i panni di commentatori e opinionisti di grandi temi di attualità, cultura e sport. Gli articoli prodotti verranno poi pubblicati, una volta a settimana, in una pagina dedicata sulle pagine de Il Mattino. “Un progetto voluto anzitutto dal presidente del Cda del giornale, Massimiliano Capece Minutolo, e dal mio predecessore Federico Monga - ha chiarito il direttore de Core -, un lavoro preparatorio intenso con un obiettivo unico, quello di creare un ponte, una finestra che dai due penitenziari possa affacciarsi sul mondo esterno”. Quella che sarà pubblicata ogni settimana sul quotidiano - ha spiegato il direttore - “non sarà una pagina sfogatoio, ma una finestra sul mondo per discutere di temi nazionali e internazionali”.

Tre i focus sui quali si concentrerà il lavoro dei detenuti in ciascuno dei due istituti di pena suddivisi in due gruppi da 12 (a Poggioreale quelli in posizione giuridica definitiva, a Secondigliano gli iscritti al Polo universitario): i beni confiscati alle mafie, la genitorialità e la cittadinanza attiva. I partecipanti incontreranno i volontari (tra cui giornalisti, psicologi, sociologi) una volta a settimana per condividere con loro lettura collettiva dei quotidiani, scrittura creativa, riflessioni e lettere. “Questo progetto - ha spiegato Ciambriello - si inserisce nelle iniziative volte ad andare oltre il carcere, per una vera rieducazione”.

E non è tutto. Per il direttore di Poggioreale Carlo Berdini si tratta di un “progetto che si inserisce in un tassello di attività che stiamo portando avanti in un’ottica di squadra, con tutta la comunità cittadina. Proprio per aprire il penitenziario alla città. Diamo così ai detenuti l’opportunità per recuperare a un inciampo e di avere quindi una seconda chance”.

Gli fa eco la collega di Secondigliano, Giulia Russo: “la risocializzazione del detenuto si realizza non solo all’interno del carcere, ma grazie a ognuno di noi. Da noi esiste già il Polo universitario con 80 detenuti, 8 dipartimenti e 12 facoltà. Tra poco avremo anche un polo di arti e mestieri e il corso di meccanodronica. Inoltre c’è la sartoria, dove è stata fatta una casula per il Papa e le toghe per i magistrati. Questa sarà un’ulteriore opportunità”.

Promosso dal Garante campano dei detenuti, il progetto vede in prima linea Fondazione Polis e Fondazione Banco Napoli. “Una giornata bella quella di oggi - l’ha definita Don Palmese - perché ha a che fare con la civiltà, con uomini e donne che s’incontrano al di là di grandi mura che possono dividere. Mettiamo così un ponte per incontrarci tra persone che pensano, leggono e si emancipano”. “Nel suo scopo di funzione sociale la Fondazione Banco Napoli ha partecipato e finanziato l’iniziativa - ha detto Caia - che rientra nella nostra mission di attenzione a chi vive ai margini”. “Un’iniziativa importante - secondo Oliviero - per potenziare il fine rieducativo della pena”. Per l’assessore Fortini “è un progetto che fa pensare al welfare in modo differente, per il fatto che un giornale dia la possibilità ai detenuti di poter uscire simbolicamente con le parole”.