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Il Riformista, 27 marzo 2024

La valenza pedagogica e formativa dell’esperienza detentiva e il valore intrinseco del nuovo approccio della giustizia riparativa. Sono alcuni degli obiettivi didattici della cattedra di “Interventi educativi nei contesti carceri” che l’Università Suor Orsola Benincasa ha inaugurato nello scorso anno accademico all’interno del corso di laurea triennale in Scienze dell’educazione, del corso di laurea in Lingue e culture moderne e del Corso di laurea magistrale in Programmazione, amministrazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali.

“Si tratta di una novità che colma un vuoto culturale ancora presente in molte delle nostre accademie - racconta la professoressa Monja Taraschi, pedagogista esperta di consulenza giuspedagogica per le situazioni di disagio, devianza e marginalità - perché si istituisce, difatti, un insegnamento autonomo sui grandi temi della pena del carcere e del suo alto tasso di recidiva, con un focus speciale anche sugli episodi di autolesionismo e di suicidi che rappresentano un gigantesco mondo di dolore purtroppo in espansione “. Un insegnamento che viene svolto, come evidenzia la Taraschi, “portando le carceri in aula”, anche attraverso il confronto con gli operatori pedagogici che ci lavorano quotidianamente.

“In un contesto antinomico alla speranza, qual è il carcere, - sottolinea la Taraschi - il compito dei pedagogisti è ancora più importante affinché si compia l’obiettivo della nostra Costituzione della funzione rieducativa della pena e del reinserimento sociale dei detenuti”. La figura dell’operatore pedagogico nelle carceri chiama in causa anche la grande novità della giustizia riparativa, che come sottolinea la Taraschi “rappresenta una nuova frontiera, finalmente varcata, rispetto alla quale grandissima rilevanza assume proprio la formazione del funzionario della professionalità giuridico-pedagogica, nel suo concorrere a dare la parola a un paradigma di giustizia diverso”. Un paradigma legato ad una nuova cultura che riconosca forme di risposta penale il cui contenuto pedagogico sia prevalente su quello afflittivo.

Un ambito nel quale l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, anche in questo caso in maniera pionieristica, ha istituito il Master di II livello in Mediazione penale e giustizia riparativa in collaborazione didattica con Rete Dafne Italia e Fondazione Don Calabria per il sociale E.T.S. “L’incontro con l’educatore - spiega Monja Taraschi, coordinatore didattico del Master, insieme con Marialaura Cunzio - può rappresentare un’opportunità per informare e sensibilizzare i detenuti sulla possibilità di accedere a un percorso di giustizia riparativa, sul significato e le potenzialità di un simile percorso, creando anche momenti di alfabetizzazione etica ed emotiva, affinché la pena non retribuisca ma educhi”. Da questo punto di vista appare evidente che affinché negli educatori maturi uno stimolo per la riforma del sistema penale e rieducativo occorre che la formazione faccia sempre più ricorso a strumenti utili a raccogliere dati esperienziali su cui riflettere, radicandosi nei contesti professionali. Ed è proprio questo il lavoro intrapreso dal Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa.