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di Gian Antonio Stella

Corriere della Sera, 30 agosto 2023

Il parroco di Caivano denunciò l’orrore del Parco Verde, dove sono state stuprate ripetutamente due bambine, in un libro tremendo e insieme pieno d’amore, Vangelo dalla terra dei fuochi. Lo ha pubbicato dieci anni fa. “La camorra ha bisogno di “manodopera” come dell’aria. Ha bisogno di braccia giovani, di persone dal curriculum ancor vergine. Ha bisogno di rimpiazzare coloro che vengono arrestati. La camorra sa bene in quale mare andare a pescare i suoi pesciolini. Sa postarsi e attendere la preda con la pazienza del gatto che bracca il topolino. Poi lo adesca, lo ammalia, lo circuisce, lo cattura. Lo fa suo. Lo deruba della libertà, della dignità, della gioia di vivere. Lo rende nemico della sua stessa gente, della sua stessa anima. Lo convince che sta facendo l’unica cosa giusta da fare. Per comprar loro le scarpe. Per mandarli a scuola. Per non farli vergognare davanti agli amici. A lungo andare questi discorsi vengono assimilati, fatti propri. È umiliante, deprimente per tanti genitori non poter far fronte alle esigenze dei propri figli. Non sono riusciti a portarli al mare nemmeno un giorno solo, quest’estate. Non potranno comprar loro lo zainetto con l’occorrente per la scuola che riapre...”.

Sono passati dieci anni da quando don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che ha chiesto a Giorgia Meloni di andare a vedere coi suoi occhi i problemi del Parco Verde, il suo degrado, la sua disperazione, la miseria economica e culturale in cui si è sviluppata l’agghiacciante storia delle due bambine violentate per mesi da un branco di minorenni tra i quali figli di camorristi, denunciò l’orrore in un libro tremendo e insieme pieno d’amore, Vangelo dalla terra dei fuochi.

Dieci anni. Durante i quali don Maurizio si è speso quotidianamente, rischiando la pelle, per tentare di recuperare, troppo spesso in drammatica solitudine, quei ragazzi: “Solo il volto imberbe tradisce la loro età. Ragionano, infatti, di pistole, di carcere e di droga come il più navigato dei trafficanti. Sanno tutto. Sanno i rischi che corrono e i soldi che guadagneranno. Sono preziosissimi per chi delinque. Mano d’opera essenziale. Mantengono, nascondono e trasportano le armi. Il killer le avrà solo al momento opportuno. Non può correre il rischio di farsele trovare addosso dalla polizia. Hanno poco più di quindici anni. L’età in cui bisognerebbe passare le giornate sui libri per imparare l’arte di vivere e sperare; sognare e progettare. Invece stanno lì. A disposizione del capo. Aspettano di essere comandati”. Dov’era lo