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di Paolo Cuozzo

Corriere del Mezzogiorno, 30 giugno 2023

La pm De Luzenberger: il filo conduttore della violenza è la mancanza della scuola. Un patto, sotto forma di protocollo tra istituzioni locali e con finanziamenti mirati, per garantire azioni a sostegno dei minori vittime di reato nel territorio di Napoli: è il contenuto dell’intesa con Defense for Children Italia Odv per la loro presa in carico.

La stipula del protocollo di intesa, che coinvolge la procura per i minorenni di Napoli, la procura di Napoli (per i giovani maggiorenni), il centro di giustizia minorile della Campania, la Regione Campania, il Comune di Napoli, l’Asl Napoli 1 Centro, la questura di Napoli e il comando provinciale dei carabinieri, è avvenuta nel Centro europeo studi di Nisida.

“Partiremo dalle vittime dei reati più gravi - spiega Maria de Luzenberger, procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Napoli - per poi sperimentare questo dispositivo ed estenderlo il più possibile. Penso a reati come gli omicidi, alle violenze familiari, penso ai minorenni che subiscono o assistono alle violenze contro le madri, ai minori figli di vittime di femminicidio. Si tratta di un sistema che dovrebbe portare a una maggiore integrazione fra i vari operatori, le due procure, i servizi sociali, le forze dell’ordine, per una presa in carico immediata della vittima, perché capita che non ci sia alcuna presa in carico della vittima, o che sia troppo tardiva, quando il danno è stato fatto: i tempi dei minori non sono quelli degli adulti, anche pochi mesi possono essere determinanti”.

Tra le azioni a sostegno, l’attivazione di uno specifico dispositivo nel momento in cui viene acquisita una notizia di reato a danno di un minore o esiste un pericolo evidente di essere vittima di un reato. La segnalazione viene trasmessa dal procuratore ordinario o minorile al referente dell’Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) per valutare quali misure di protezione adottare. E sarà proprio quest’ultimo organismo a coordinare il dispositivo, e sempre all’Ussm compete assumere informazioni sul nucleo familiare del minore, sulle sue condizioni e sul contesto di vita personale e familiare, ma anche sulla frequentazione scolastica.

“È un momento abbastanza grave dal punto di vista della delinquenza minorile. C’è un aggravamento del fenomeno”, ha detto Maria de Luzenberger, procuratrice minorile di Napoli. “Il filo conduttore ha spiegato - è la mancanza della scuola: questi ragazzi che delinquono, commettono reati violenti, hanno spesso alle spalle degli abbandoni scolastici o dei percorsi comunque non portati bene a termine. L’abbandono della scuola è indice poi anche di una cattiva educazione familiare, perché ovviamente indica che tipo di famiglia c’è alle spalle”. comportamento tenuto in classe. “Il filo conduttore - ha spiegato il magistrato - è la mancanza della scuola: questi ragazzi che delinquono, commettono reati violenti, hanno spesso alle spalle degli abbandoni scolastici o dei percorsi comunque non portati bene a termine. L’abbandono della scuola è indice poi anche di una cattiva educazione familiare, perché ovviamente indica che tipo di famiglia c’è alle spalle”.

Un ruolo determinante tra le istituzioni lo gioca il Comune di Napoli che “agirà con i propri servizi sociali ed educativi per fare in modo che vengano costruiti percorsi di reinserimento educativo ma anche lavorativo”, ha raccontato il sindaco Manfredi. Per il quale “l’obiettivo è fare in modo che questi minori possano avere una seconda chance per un ritorno alla normalità in un momento in cui i fenomeni di violenza che riguardano i giovanissimi sono sempre più numerosi”. Mentre l’assessore alla Legalità della Regione Campania Mario Morcone plaude a “questa alleanza tra le istituzioni a sostegno dei più deboli” anche perché “la tutela dei minori comporta un impegno economico e istituzionale rilevante, da qui l’importanza e il valore dell’intesa stipulata”.