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di Eleonora Martini

Il Manifesto, 23 gennaio 2024

Il sottosegretario annuncia possibili accordi con i Paesi africani per il rimpatrio dei detenuti. Terzo suicidio in otto giorni nel carcere di Poggioreale. Dopo due detenuti che si sono tolti la vita in un solo giorno, il 15 gennaio, Andrea Napolitano di 33 anni e Mohmoud Ghoulam di 38 anni, ieri è stato rinvenuto il corpo di un uomo di 34 anni che sarebbe tornato in libertà tra un mese circa, impiccatosi nella sua cella.

Secondo i dati di Ristretti Orizzonti sono 8 i suicidi e 21 in totale i detenuti morti dall’inizio dell’anno. “I suicidi in carcere hanno un tasso venti volte superiore alla media nel nostro Paese”, fa notare il garante campano Ciambriello. Mentre il locale sindacato penitenziario Sappe ricorda “il grave sovraffollamento a Poggioreale dove, a fronte di una capienza regolamentare di 1.571 posti, oggi sono presenti 2.020 persone, delle quali circa la metà con posizione giudica di definitivo”.

Malgrado il collegamento tra i due dati non sia comprovabile, anche il sottosegretario di Giustizia Andrea Delmastro ha affrontato il tema dopo una visita al carcere di Massa dove vivono 140 detenuti nello spazio riservato a 100 posti. “La sinistra pensa ai provvedimenti svuota carceri, ma non sono efficaci, con utenti poi che in pochi mesi tornano negli istituti - accusa Delmastro - mentre la risposta della destra al sovraffollamento carcerario è aumentare la capacità detentiva con 240 milioni messi in campo”.

Ma la preoccupazione maggiore del sottosegretario è imbonire i sindacati di polizia penitenziaria. “Sono fiero di avere un direttore per ogni istituto penitenziario”, ha detto pur sapendo che non è affatto vero perché, viceversa, spesso tocca ad un solo direttore dirigere più carceri. Ma poco importa, perché la frase serve solo ad introdurre la promessa che “entro marzo avremo anche un comandante per ogni istituto penitenziario”.

Quanto al sovraffollamento, Delmastro torna sulla prospettiva più convincente per la sua area di riferimento penitenziaria: “Anche all’interno del piano Mattei stiamo lavorando con alcune aree del Maghreb per consentire le esecuzioni delle sentenze penali italiane nel Paese di provenienza, magari con una cooperazione internazionale dell’Italia proprio sul campo della giustizia o sull’edificazione di nuovi edifici penitenziari”. Una vecchia storia, che comunque riguarderebbe circa l’11% della popolazione penitenziaria.