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di Emilio Fattorello

Avvenire, 5 luglio 2022

Non c’è solo l’edilizia carceraria fra i progetti finanziabili con il Pnrr. Un capitolo specifico riguarda i progetti per i minori reclusi negli istituti penali e per la formazione a loro riservata in vista del reinserimento nella società: in particolare per i giovani con disagi psichici sono previsti tre micro-comunità specifiche in Italia, una delle quali sorgerà a Napoli.

È l’annuncio fatto durante l’incontro-dialogo di un gruppetto di ragazzi e ragazze (sui circa 45 oggi presenti) ospitati nel centro di Nisida con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “I ragazzi di Nisida ci hanno presentato i loro desideri, le loro esperienze, le loro speranze e anche la loro voglia di ripartire ed avere una seconda opportunità. Con loro abbiamo parlato di come sia necessario recuperare una normalità ed il futuro”, ha detto Manfredi al termine dell’evento, patrocinato dal Comune di Napoli e organizzato dalla Fondazione Rut e dall’Opera Don Calabria che nel penitenziario minorile hanno svolto nei giorni precedenti una serie di laboratori con 11 giovani, selezionati dal direttore Gianluca Guida, sul tema del diritto alla salute vissuto, dietro le sbarre, nelle sue diverse declinazioni.

I ragazzi hanno consegnato ai due politici (presente anche Giuseppe Cacciapuoti, direttore generale per la giustizia minorile del ministero) delle cartoline con le loro richieste: dal potersi curare in Campania senza andare in un’altra regione alla creazione di una “camera dell’affettività” dove poter ricevere almeno una visita coniugale al mese (nelle strutture minorili i reclusi possono restare fino ai 25 armi) e alla riduzione delle pene per migliorare il loro equilibrio psicofisico. Inoltre, stimolati dagli operatori, indicano “felicità, libertà e famiglia” come fattori indispensabili per il benessere. “È stata un’esperienza che non dimenticherò mai - ha commentato il ministro Speranza, da sempre attento alla questione carceraria.

Nei loro occhi ho visto una gran voglia di riscatto. Le nostre strutture di detenzione devono crescere nella loro funzione di rieducazione, come è scritto nella Costituzione. Grazie a chi ogni giorno lavora a questo obiettivo”. Anche a giudizio di Manfredi è stato “un incontro interessante”, ben preparato dalle attività laboratoriali che si sono svolte in collaborazione con il Centro Europeo di Studi di Nisida e che sono state sviluppate da Annamaria De Paola (Fondazione Rut) e Giuseppe Marino (per l’Opera Don Calabria che in Campania, proprio in quella Casal di Principe già “patria” del clan dei casalesi, sta portando avanti in un bene confiscato un progetto per un laboratorio alimentare di prossima apertura).

“Scopo della nostra fondazione - ha spiegato De Paola - è quello di elaborare modelli innovativi di analisi dei campi del multilinguismo, dell’esclusione sociale e delle politiche di coesione. Ma contiamo di farlo ribaltando la logica: dando priorità alle buone pratiche da valorizzare più che alla solita denuncia delle cose che non vanno. E partiamo da qui perché consideriamo Napoli un “laboratorio sociale”.

Al termine della visita è stato presentato alla stampa anche il progetto di ricerca “Buone pratiche di rigenerazione sociale nell’ambito della povertà educativa, del sostegno delle donne e dell’accoglienza in uno scenario post-pandemico”. La prima fase consiste nella distribuzione di un questionario fra 200 soggetti che operano nel sociale nel territorio napoletano.