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di Chiara Sgreccia

L’Espresso, 16 luglio 2023

“Non possono lasciare la struttura”, si legge nel documento che la Prefettura di Trapani invia ad Asgi. Il testo scritto dalle autorità italiane certifica la detenzione illegittima. All’interno del Punto crisi non vengono eseguite le operazioni di identificazione. E visto che i migranti non sono ancora fotosegnalati, “non possono lasciare la struttura”. Anche perché non ci sono proprio “gli strumenti di regolamentazione di entrata e di uscita”.

Così si legge in un documento redatto dalla Prefettura di Trapani e inviato a Asgi, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, a proposito dell’hotspot di Pantelleria. Ufficialmente nuovo: attivo dall’agosto del 2022. Ma già da anni destinato al primo soccorso e all’assistenza delle persone migranti, che venivano trattenute informalmente all’interno dell’ex caserma Barone, struttura inagibile da decenni. Adesso fatiscente.

Così le autorità certificano con un testo scritto che le persone vengono detenute all’interno di un Punto crisi: “Una condizione di illegittima privazione della libertà personale che gli attori coinvolti nella gestione dei centri hotspot, a partire dalle istituzioni competenti, sembrano reputare come parte necessaria dell’identificazione, che attuano in assenza di base normativa e di convalida da parte dell’autorità giudiziaria. Nel nostro ordinamento non ci sono previsioni legislative che permettono all’autorità di pubblica sicurezza di adottare provvedimenti provvisori di limitazione della libertà personale qualora ciò fosse funzionale all’identificazione dei cittadini stranieri o di organizzazione degli spostamenti delle persone migranti in strutture di accoglienza o di detenzione amministrativa. Si tratta di una privazione della libertà personale che, invece, è stata monitorata costantemente e che appare connaturata all’approccio hotspot dando luogo a trattenimenti contrari a quanto sancisce la Costituzione, nell’articolo 13”, spiega Annapaola Ammirati, operatrice legale del progetto In Limine, che fa un punto sulle politiche di gestione delle frontiere e dell’accesso alle procedure di asilo.

A conferma che la detenzione dei migranti all’interno degli hotspot è illegittima c’è anche la condanna definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo all’Italia. Arrivata lo scorso 10 luglio per i trattamenti inumani e degradanti che le persone hanno subito a Lampedusa: il trattenimento dei cittadini stranieri all’interno degli hotspot senza alcuna base di legge ha prodotto la violazione dell’articolo 5, diritto alla libertà e alla sicurezza, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. “ll trattenimento è ampiamente attuato all’interno dei centri hotspot durante le procedure di identificazione, determinazione della condizione giuridica e fotosegnalamento. In alcune circostanze, si prolunga anche dopo, cioè fino al trasferimento quindi all’inserimento in accoglienza se richiedenti protezione internazionale o all’inserimento nelle procedure finalizzate al rimpatrio se classificati come cittadini stranieri irregolari. Così le persone migranti permangono per tempi variabili in condizioni di isolamento e spesso in condizioni materiali inadeguate”.

A quanto si capisce dal documento della Prefettura di Trapani questo è proprio quello che succede anche all’interno del nuovo Centro di Pantelleria, dove anche l’utilizzo del cellulare è contingentato: un piazzale d’asfalto su cui sono stati posti una decina di container bianchi che fungono da moduli abitativi. Per accogliere un massimo di 48 persone, che dormono impilate nei letti a castello. Senza neanche un spazio che sia pensato per la socialità. I migranti restano all’interno del centro fino a quando non viene organizzato il trasferimento per Trapani, dove avvengono le procedure di identificazione. I tempi, però, sono variabili: dipendono, ad esempio, dalle condizioni del meteo, del mare e dalle decisioni chi gestisce il centro.

Così, si legge nel report che Asgi l’anno scorso aveva realizzato subito dopo aver visitato la struttura adibita a primo soccorso e assistenza di Pantelleria, ci sono casi in cui i tempi di permanenza sarebbero arrivati anche a 30 giorni: “Tutte le testimonianze informali e e di alcune associazioni hanno confermato che il centro nei fatti è chiuso. Sembrerebbe che alle persone migranti venga riferita l’interdizione dell’uscita dal centro. Tra gli abitanti dell’isola nessuna delle persone intervistate ha riferito di aver visto sistematicamente migranti muoversi. Il che è un’ulteriore conferma della chiusura di fatto del centro”.

Secondo la Prefettura di Trapani, dal 4 agosto 2022 al 18 aprile 2023 dal Centro di Pantelleria sono transitati 4.507 migranti, di cui 661 minorenni. 381 sbarchi in 8 mesi. Dati che certificano l’aumento del flusso di persone che arrivano sull’isola su cui vivono poco più di 6.600 abitanti, che dista solo 65 chilometri dalla Tunisia (Lampedusa 110). In tutto il 2021 gli sbarchi a Pantelleria erano stati 211, le persone arrivate 2.555. “Secondo quanto riferito durante il sopralluogo, la struttura sarebbe stata caratterizzata in alcuni momenti anche da situazioni di grave sovraffollamento”, conclude Ammirati a proposito dell’hotspot la cui organizzazione, in attesa dell’espletamento delle procedure per l’affidamento alla Cooperativa che ha vinto la gara, è affidata da mesi al Comune di Pantelleria che non dispone di operatori formati per la gestione dell’accoglienza.