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di Giuseppe Bonaccorsi

Il Dubbio, 5 settembre 2024

Una ditta siciliana attende da sei anni una risposta, che però non arriva. Il legale: “Un’anomalia difficilmente comprensibile per chi ha a cuore le ragioni di Stato”. A distanza di sei anni dalla presentazione della domanda, la Prefettura di Ragusa non ha ancora risposto alla richiesta di iscrizione alla “White list” presentata dalla ditta “Fratelli L. srl”, che opera in territorio ibleo nel settore delle cave e della fornitura di materiali. Ora il rischio è che l’azienda, ancora in attesa di una risposta prefettizia, perda una commessa pubblica molto importante.

Tutto è iniziato pochi mesi fa, quando, per i lavori di riqualificazione del lungomare Lanterna di Vittoria, alla ditta in questione è stato negato il prosieguo della commessa in subappalto perché priva della certificazione di iscrizione all’albo prefettizio “White list”. È stata la direzione Lavori pubblici del Comune di Vittoria a comunicare all’impresa aggiudicataria, la “Caltagirone Mario Ugo Giovanni”, che sulla società in subappalto è ancora aperta “la fase istruttoria della richiesta dal 9 agosto 2018”, dando quindi mandato di “individuare una nuova ditta” da segnalare poi al Rup dei lavori per le nuove verifiche previste dalla normativa.

A questo punto, i titolari della ditta estromessa, visto il rischio di perdere una commessa milionaria, hanno dato incarico a un legale per capire, innanzitutto, come mai, a distanza di sei anni dalla fase istruttoria della Prefettura del 9 agosto 2018, la pratica non sia giunta a buon fine e cercare così di accelerare un iter che sembra essersi impantanato in chissà quali meandri burocratici.

Il legale, Ivan Maravigna, del Foro di Catania, dopo aver esaminato le carte e certo della piena onestà e legittimità della richiesta formulata sei anni fa dai titolari della ditta (come peraltro specifica nella sua richiesta), ha quindi inviato una dettagliata lettera alla Prefettura di Ragusa e, in primis, al Prefetto. “Codesta Prefettura - scrive il legale - è a conoscenza che presso il competente ufficio antimafia “giace” dal lontano 9 agosto 2018 la richiesta di iscrizione della ditta “Fratelli L. srl” alla White list provinciale, nonostante il termine di conclusione del procedimento per l’iscrizione sia fissato dalla legge in 90 giorni.

La brevità di tale termine - continua - trova la sua ragione pratica nell’esigenza di non recare danno all’economia, determinando lo stallo dell’attività di impresa, ma ancor prima, la sua premessa logica nella circostanza che l’iscrizione alla White list ha scadenza annuale, atteso che, decorso tale arco temporale, la ditta, per ottenere la permanenza nell’elenco prefettizio, deve attivare la procedura di rinnovo, che prevede una nuova implementazione dell’istruttoria prevista dall’art. 3 del D. p. c. m. 18 aprile 2013.

Alla luce di quanto sopra scrive ancora Maravigna - anche a non voler considerare come perentorio il termine di 90 giorni stabilito per legge, la E. V. converrà certamente che il mancato pronunciamento, a oltre sei anni dall’avvenuta richiesta, costituisce un’anomalia difficilmente comprensibile per chi ha a cuore le ragioni di Stato”. Quindi, l’avvocato conclude: “Il lavoro in subappalto sopra richiamato è di grande rilevanza per la situazione finanziaria della società e può concretamente incidere sulle prospettive di sviluppo, anche occupazionali, della medesima. Siamo pertanto certi che la E. V., alla quale non sono certamente ascrivibili i sei anni di ritardo nell’assunzione di una determinazione, vorrà ripristinare quella situazione di “certezza del diritto” che va garantita a qualunque persona fisica e giuridica”.

Raggiunto per telefono, il legale ha aggiunto: “Vorremmo comprendere come sia stato possibile che oggi, a distanza di sei anni dalla richiesta formulata alla Prefettura, tutto l’iter si sia arenato e la pratica non sia stata istruita. Adesso, mi auguro che la mia lettera a sua eccellenza il Prefetto di Ragusa serva soprattutto per evitare che, a giustificazione del ritardo, possa essere trovato il pelo nell’uovo a danno della ditta che rappresento, pregiudicando irrimediabilmente il suo prosieguo in una commessa pubblica milionaria. L’azienda che assisto, tra l’altro, non ha nessun “carico pendente”. Quindi, la mancata iscrizione alla White list corrisponde per la società a un ergastolo economico”.