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La Repubblica, 29 maggio 2023

Proteggere i civili, rispettare la libertà di stampa e occuparsi della previdenza sociale. Il dossier di Human Rights Watch: il neo Presidente Tinubu “deve rispettare le promesse elettorali di garantire giustizia sociale e contrastare la povertà”. Il neoeletto Presidente della Nigeria, Bola Ahmed Tinubu, dovrebbe garantire che i diritti umani siano al centro di tutte le politiche sia in patria che all’estero, scrive Human Rights Watch in un’analisi che delinea le priorità in materia di diritti umani per la nuova amministrazione. In patria rafforzando i diritti in cinque aree fondamentali, all’estero promuovendo la democrazia costituzionale, soprattutto nei paesi dell’Africa occidentale.

Le cinque aree cruciali per i diritti umani. L’organizzazione analizza i cinque settori che meritano un’attenzione particolare del governo, perché maggiormente a rischio: la protezione dei civili nelle zone di conflitto; il rispetto della libertà di stampa e del diritto alla libera espressione; il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze mediante il rafforzamento di una politica volta alla giustizia sociale; la promozione e la protezione dei diritti degli sfollati interni; l’adozione di una politica estera focalizzata sul rispetto dei diritti umani.

L’elezione di Tinubu. Dichiarato vincitore nelle votazioni presidenziali del febbraio 2023, il neo Presidente entra in carica lunedì 29 maggio per un mandato di quattro anni. Le elezioni sono state caratterizzate da molte irregolarità, tra cui episodi di violenza alle urne e impossibilità di caricare i risultati elettorali in tempo reale da parte dei vari seggi organizzati nel paese. Tra l’altro il suo insediamento domani avviene in un contesto di fermento in cui è in corso anche un accertamento sulla regolarità del voto presso la Corte d’Appello.

Il manifesto elettorale di Tinubu. Durante la campagna elettorale, il neo Presidente ha più volte detto che la “sicurezza della vita e della proprietà” saranno al centro della sua azione politica. E ha specificato che questo obiettivo è raggiungibile solo migliorando le condizioni di vita dei nigeriani che vivono in povertà, indipendentemente dalla regione di appartenenza, dalla tribù e dalla religione.

La povertà. La Nigeria non è riuscita a garantire i diritti economici e sociali per tutti i cittadini, compreso il diritto a un livello di vita dignitoso, scrive Human Rights Watch. Secondo il National Bureau of Statistics, circa 133 milioni di persone nel paese vivono in condizioni di povertà multidimensionale, ovvero non hanno accesso a diversi settori fondamentali come quello dei servizi igienico-sanitari, dell’assistenza sanitaria, al cibo e agli alloggi sicuri. Anche la disuguaglianza ha raggiunto livelli estremi poiché il divario tra ricchi e poveri continua a crescere a un ritmo allarmante. Inoltre il paese non ha un sistema di sicurezza sociale valido, che supporti le persone quando non hanno un reddito o affrontano crisi economiche gravi né dispone di strumenti di assistenza per la vecchiaia, la disoccupazione, le malattie, il parto o l’assistenza delle persone a carico.

La violenza. Nel Nord-Ovest, bande di criminali che i nigeriani chiamano comunemente “banditi” compiono abitualmente omicidi, rapimenti, violenze sessuali e saccheggi su vasta scala. Nel Nord-Est, il conflitto tra il gruppo armato islamista Boko Haram, le sue fazioni separatiste, e le forze di sicurezza nigeriane ha ucciso circa 350 mila civili e creato una crisi umanitaria di dimensioni tali che oltre 2 milioni di persone sono sfollate all’interno della Nigeria e altre 280 mila tra Camerun, Ciad e Niger. Nel sud-est, i gruppi antigovernativi che a gran voce chiedono la secessione minacciano le persone di restare a casa, perché hanno l’obiettivo di chiudere tutti i luoghi pubblici, comprese le aziende e le scuole.

Le violazioni dei diritti da parte della polizia. Le forze di sicurezza che dovrebbero contrastare l’insicurezza sociale in tutto il paese sono complici di gravi violazioni dei diritti umani tra cui arresti arbitrari, detenzioni illegali e uccisioni extragiudiziali. La polizia spesso usa anche una forza eccessiva per sopprimere il diritto dei cittadini alla protesta e le autorità non perseguono gli agenti responsabili degli abusi, in una sorta di tacita condivisione del loro operato.

Gli abusi governativi. Fino a oggi nel paese si è registrato il tentativo costante da parte del governo di limitare la libertà di espressione e dei media. Lo dimostrano per esempio il blocco di Twitter per oltre sette mesi: il social è tornato accessibile a gennaio 2022. E ancora il tentativo di introdurre un disegno di legge sui social media volto a criminalizzare, tra l’altro, chiunque critichi le autorità, gli arresti e le detenzioni arbitrarie di giornalisti e le sanzioni alla stampa critica nei confronti del potere. Nella classifica di Reporters sans frontières sulla libertà di stampa, la Nigeria occupa il 123° posto su 169.