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di Daniela Di Iorio

Corriere della Sera, 16 aprile 2024

A Bergamo il progetto ha già coinvolto 40 scuole medie, ma altrove si comincia già dalle elementari visto che il primo telefono viene regalato a 10 anni. È giunto alla sua terza edizione “Il mio primo telefono”, percorso educativo ideato dall’Associazione Parole Ostili e voluto a partire dal 2021 dal Comune di Bergamo che lo ha replicato per tre anni scolastici consecutivi in 40 classi delle scuole medie. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi alla consapevolezza e responsabilità sul bullismo e cyberbullismo, le fake news, la privacy, l’hate speech, la web reputation, i rischi e le opportunità della Rete, la vita onlife dei ragazzi, le chat.

Primo telefono a 10 anni - Il progetto previsto per Bergamo, con la presenza di 5 formatori di Parole ostili, 19 docenti e 786 studenti, è stato finanziato dal Comune della città lombarda per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, anche se “il progetto standard dell’associazione è pensato già per le scuole primarie, perché nasce da un’esigenza di Parole Ostili di accompagnare genitori e insegnanti nell’approccio educativo alla consegna dello smartphone che, abbiamo mappato - fa sapere la responsabile comunicazione Tiziana Montalbano -, avviene intorno ai 10 anni, età nella quale i giovanissimi devono già cominciare a sviluppare capacità di gestione e attenzione. Il progetto - sottolinea Montalbano - segue quella che è la nostra missione e filosofia improntata alla comunicazione empatica e non ostile”. Parole alle quali fanno eco quelle della responsabile scuola dell’associazione, Agata Galazzi, la quale fa notare che “la linea editoriale del percorso educativo “Il mio primo telefono” segue la traccia del decalogo del Manifesto di Parole Ostili, e che il libricino dal nome Il mio primo telefono, utilizzato per il percorso educativo nelle scuole di Bergamo, è già presente come strumento didattico nelle scuole primarie dal 2019, anno in cui è uscito”.

Il decalogo - Il progetto, che prende infatti il nome dal libro, scritto in una formula adatta ai bambini affinché possano leggerlo insieme agli adulti, riporta i 10 principi del Manifesto della comunicazione non ostile con l’obiettivo di insegnare il peso delle parole e le loro conseguenze, insieme al corretto approccio comportamentale nel mondo virtuale, perché le azioni che si compiono in quel mondo si ripercuotono sempre nella vita reale. Virtuale è reale è infatti il primo punto del Manifesto di Parole Ostili: “Dico e scrivo in rete sole cose che ho il coraggio di dire di persona”.

Una delle professoresse che ha seguito le secondarie di primo grado dell’Istituto comprensivo Donadoni di Bergamo, Antonella Garofalo, ha posto l’accento sul fatto che “su Internet i ragazzi spesso parlano con leggerezza, non si rendono conto delle conseguenze delle loro parole e comportamenti, ecco perché il percorso vuole educarli a soffermarsi sulle parole e sui comportamenti da utilizzare, responsabilizzandoli e rendendoli consapevoli del fatto che è facile ferire e farsi ferire, e anche farsi ingannare dal virtuale perdendo il controllo davanti a uno schermo e pensando erroneamente che ciò che si dice e si fa nel virtuale resti in quel mondo, quando invece ha delle ripercussioni pesanti nella vita reale”.

Un milione di studenti coinvolti in tutta Italia - A tal fine i formatori mostrano ai ragazzi diversi video, alcuni dei quali testimoniano le conseguenze tragiche del cyberbullismo su alcuni dei loro coetanei. “Erano tutti attenti e sul pezzo, usavano un linguaggio che io non conoscevo - nota l’insegnante -, hanno utilizzato quelle ore al massimo e aspettavano con ansia gli incontri. La scuola ha il compito di seminare, anche se i frutti non li vediamo immediatamente, perché il nostro compito è di partecipare alla formazione delle loro personalit”, conclude fiduciosa la docente. Nella città di Bergamo il progetto ha coinvolto oltre al Donadoni, anche il Tasso, il Camozzi, Codussi, Galgario, Cornagera, Flores, Ic Muzio Colagnola, Ic Muzio Villaggio, Petteni, Nullo, Savoia e il Santa Lucia. Il progetto verrà esteso alle scuole del Comune di Brescia a partire dal settembre del 2024.

Parole Ostili, dalla sua nascita nel 2016-17, ha coinvolto più di un milione di ragazzi delle scuole italiane, con le schede didattiche, gli eventi, i percorsi formativi dedicati, le attività digitali. Il lavoro sulle comunità scolastiche è ampio e quotidiano, perché “l’habitat naturale di Parole Ostili è proprio il mondo scuola”, rimarca Galazzi.