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di Errico Novi

Il Dubbio, 2 luglio 2024

“La pena non significa affatto sempre e soltanto carcerazione, sbarre, catenacci e galera, va rimodulata secondo vari criteri e le persone che le devono subire”. Sono le parole pronunciate dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso del convegno “Oltre le sbarre la vera libertà. Comunità minorili penali per un’integrazione reale e inclusiva”, a Palazzo Lombardia a Milano.

Per Nordio la funzione del diritto è quella di “non lasciare impunito il diritto e non condannare gli innocenti. Non tutti i rei e i reati sono uguali. Purtroppo abbiamo grandi criminali che sono sottoposti al regime del 41 bis su cui il governo non ha mai deflettuto e poi detenuti che più che essere criminali sono malati.

In questa zona grigia che sta tra l’alfa e l’omega si colloca la situazione della cosiddetta delinquenza minorile, dannatamente difficile e precaria perché è in grande evoluzione”. Il ministro della Giustizia ha indicato anche quella che può essere la vera soluzione: “innanzitutto nella differenziazione della pena e soprattutto nella concezione della pena che sia non solo rieducativa e preventiva, ma che soprattutto sia nuova in quanto si passa da una concezione carcerocentrica a una concezione diversa, che sia nello stesso tempo sanzionatoria ed efficace nel recupero del detenuto”.

Il ministro ha sottolineato che “la capacità carceraria del nostro Paese è sempre stata costruita e ideata tenendo conto di una minoranza molto notevole di detenuti minori. Poi improvvisamente ci siamo trovati di fronte quasi a un’invasione di minorenni che vengono soprattutto da altri paesi. Noi abbiamo già da sempre il problema del sovraffollamento delle carceri, una situazione che si è sedimentata negli anni ed è difficile risolvere in pochissimo tempo anche se abbiamo una strategia. Ma questa situazione delle carceri per persone maggiorenni è addirittura esasperata per quanto riguarda i minorenni. C’è stato un aumento esponenziale di “ospiti” detenuti”. Una situazione provocata, come denunciato da molti in primis la Garante dell’Infanzia, dale misure contenute nel decreto Caivano.

A Nordio ha fatto eco il suo viceministro, Francesco Paolo Sisto, che a Omnibus, su La7 ha detto: “È evidente che nel nostro Paese esiste un problema carceri, e riguarda sia i maggiorenni che i minorenni. E sappiamo che esiste un problema di strutture, su cui occorre agire situazione per situazione. È un lavoro difficile, che ci vede impegnati quotidianamente. Altrettanto importanti sono le offerte rieducative. Il governo si adopera, con ogni sforzo, per favorire i “percorsi esterni”.

Le pene alternative di recente conio, come l’esecuzione penale esterna e la giustizia riparativa, sono istituti che tendono a “decarcerizzare” la pena. Dobbiamo così passare da una pena carcerocentrica ad una pena umanocentrica, con un necessario cambio generale di mentalità. Per formazione culturale, siamo abituati a concepire la pena esclusivamente come detentiva o pecuniaria. Oggi non è e non deve essere più così”.

Il vice ministro alla Giustizia Sisto ha aggiunto: “Stiamo procedendo con una massiccia politica assunzionale all’interno delle carceri. Sono in arrivo 2mila nuovi agenti nella Polizia penitenziaria. Un’altra criticità che intendiamo superare è quella della dirigenza “a scavalco”, allo scopo di evitare sovraccarichi di responsabilità che possono di per sé favorire scompensi”.