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di Liana Milella

La Repubblica, 5 agosto 2023

Passo indietro del sindaco o dell’assessore solo in caso di conflitto di interessi. Del reato chiesto dalla Ue non resterebbe nulla. Cambiare le carte in tavola sfruttando i media, ecco la tattica che via Arenula sta utilizzando adesso sull’abuso d’ufficio, la iattura che il ministro della Giustizia ha inserito nel suo unico disegno di legge sulla giustizia finora in Parlamento.

“Questa vince… questa perde…” cantilena l’abile giocatore che mescola le tre carte. E Nordio, e i suoi sottosegretari Sisto, Ostellari e Delmastro, rimescolano il mazzo lanciando ipotesi che possano aggirare l’imbarazzo del Quirinale per una norma che chiaramente va contro il dettato europeo. Bruxelles vuole lottare contro la corruzione, scrive una direttiva, la sottopone agli stati membri. Tra gli articoli c’è anche l’abuso d’ufficio. E l’Italia con Nordio cosa fa? Lo butta via, lo cancella dal codice. E la Camera, a maggioranza, boccia pure la direttiva Ue.

A frittata fatta, perché il ddl è già al Senato sul tavolo di Giulia Bongiorno nella veste di presidente della commissione Giustizia, e nel timore che Mattarella alla fine non firmi neppure il ddl, ecco la strategia dei sondaggi mediatici. Della serie “ma che ne dite se facciamo così? Bocciate lo stesso o ce lo fate passare?”. L’ultima proposta, uscita sulle pagine del Dubbio, il quotidiano del Consiglio nazionale forense, sarebbe quella di lasciare in vita un abuso d’ufficio “piccolo piccolo”, tutto da ridere, in cui il sindaco o l’assessore finirebbero sotto processo solo se non si sono astenuti dal firmare l’affidamento di un appalto o un altro atto simile che poteva nascondere un eventuale conflitto di interessi.

Ma basta rileggere la direttiva europea per capire che non ci siamo proprio, visto che per abuso d’ufficio la Ue intende questo: “L’esecuzione o l’omissione di un atto, in violazione delle leggi, da parte di un funzionario pubblico nell’esercizio delle sue funzioni, al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per un terzo”. Non basta. Se la “sindrome” di cui soffrono i sindaci è quella della cosiddetta “paura della firma” una norma che si fermi sulla soglia del “mi astengo sì o no?!” li farebbe impazzire tutti quanti. Quest’abuso d’ufficio “piccolo piccolo”, alla fine, farebbe arrabbiare pure Mattarella.