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di Massimo Guerretta

Il Mattino di Padova, 26 settembre 2022

L’ex magistrato Carlo Nordio, già considerato il ministro della giustizia in pectore, è stato eletto in Senato con Fratelli d’Italia. 75 anni, magistrato dal 1977 al 2017, è stato procuratore aggiunto di Venezia. Sue le inchieste sul Mose e successivamente quella sulle cooperative rosse.

Negli anni Ottanta condusse le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona e negli anni Novanta indagò sui reati di Tangentopoli. È stato anche presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. Dal 5 dicembre 2018 è componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi Onlus. Il suo nome circola anche come possibile ministro della Giustizia.

Dottor Nordio, che analisi possiamo fare del voto?

“Una bella vittoria, che però è mitigata da una forte responsabilità, che noi dobbiamo assumerci. Il Paese versa in una situazione economica drammatica, e quella sociale potrebbe essere anche più grave. Tutto questo andrà affrontato e possibilmente risolto e da questo governo. Mi auguro che la stessa opposizione, che saluto con rispetto perché fa parte della democrazia, sia un’opposizione responsabile, ma sempre in sintonia con l’attività collettiva e con la funzione internazionale dell’Italia manterrà nel solco della tradizione atlantica ed europeista come da sempre sostiene Giorgia Meloni e che non sarà minimamente scalfita. Siamo in una democrazia che funziona, chi vince vince e chi perde perde, sarebbe bene che tutti ne prendessero atto, sempre tenendo conto che il centrodestra sarà estremamente sensibile ai valori democratici della Costituzione, e delle alleanze che sono sempre più solide”.

Cambia qualcosa dopo il risultato della Lega?

“Non credo che cambi molto. Ci sono sempre delle oscillazioni all’interno delle coalizioni, che riflettono di situazioni particolari. Servirà l’analisi del voto, ma sono certo che la maggioranza resterà compatta e duratura e darà luogo a un governo in grado risolvere questi gravi problemi del paese in un momento così difficile”.

L’affluenza al minimo storico. Come la valuta?

“Io ho presieduto il comitato della giustizia referendaria e abbiamo visto che in per i referendum è stato molto ridotto. C’è una disaffezione che non è solo nostra, è anche Europea e della civiltà occidentale. Questo non significa che ci siano dei dubbi sulla validità del sistema democratico, secondo me va valutata a metà, disaffezione da una parte e sfiducia da chi va a votare nelle decisioni che prendono gli altri. In democrazia gran parte della gente che non va a votare non si fida di ciò che decidono gli altri”.