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di Ermes Antonucci

Il Foglio, 10 agosto 2024

Sul decreto carceri i leghisti (Bongiorno in testa) hanno alzato barricate insormontabili contro ogni misura che potesse facilitare la riduzione del sovraffollamento. Il Guardasigilli chiede un incontro al Colle ma va in vacanza. Solo il troppo sole, forse, può spiegare il motivo che ha spinto il ministro Nordio a chiedere mercoledì scorso un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per parlare di soluzioni al problema del sovraffollamento carcerario. Non solo perché la richiesta è giunta in concomitanza con il via libera definitivo del Parlamento al decreto carceri, ma anche perché le Camere sono ora chiuse per la pausa estiva, e lo stesso Nordio sarà in vacanza a partire dalla prossima settimana. È per questo che, anche dal Quirinale (che ieri ha firmato il ddl che cancella l’abuso d’ufficio), fanno sapere che, se l’incontro ci sarà, questo si terrà non prima di settembre. Sulle carceri, insomma, Nordio, sembra piuttosto disorientato, anche a causa delle divisioni interne alla maggioranza.

Ai tempi della formazione del governo, raccontano fonti qualificate della maggioranza, “la Lega ha fatto di tutto per ottenere la delega sulla gestione delle carceri”, poi attribuita al sottosegretario Andrea Ostellari. È lui, in coppia con Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato (e ritenuta la vera mente strategica leghista), ad alzare barricate insormontabili contro ogni proposta che miri a facilitare nell’immediato la riduzione del grave sovraffollamento carcerario. C’ha provato Forza Italia a far passare soluzioni più “umanocentriche”, ma senza successo, come abbiamo raccontato ieri.

L’ultimo tentativo i forzisti l’hanno fatto sulla semilibertà, con una proposta che mirava a facilitare questa misura alternativa per i detenuti con pene residue non superiori a quattro anni (contro i sei mesi attuali). Niente da fare. Fratelli d’Italia e Lega si sono opposti, contrari a far passare l’idea di uno sconto di pena, ma “i più duri sono stati proprio Ostellari e Bongiorno”, riferiscono sempre fonti della maggioranza.

A deleghe rilevanti, tuttavia, corrispondono anche responsabilità politiche importanti. Così, di fronte allo sfacelo delle carceri (sovraffollamento di 14 mila detenuti rispetto ai posti disponibili, 66 suicidi da inizio anno), tra alcuni parlamentari leghisti si sta diffondendo un certo timore sui risultati che l’inflessibile linea securitaria potrà portare. E se a fine anno il numero di suicidi fra i detenuti dovesse addirittura raggiungere quota 100? Persino in un paese come l’Italia dove la responsabilità politica è concetto che va poco di moda, qualcuno potrebbe essere chiamato a risponderne.

A partire dal Guardasigilli Nordio, che, interrogato in Parlamento già a gennaio per l’insolito aumento di suicidi in carcere, parlò in maniera quasi arrendevole di “fenomeno ineliminabile”. Era gennaio, appunto, ma solo il 3 luglio - quando i detenuti suicidatisi per impiccamento, soffocamento o asfissia di gas erano intanto diventati 51 - il governo si è deciso a intervenire, approvando un decreto, convertito in legge due giorni fa, che pur prevedendo interventi anche positivi nel medio-lungo periodo, non contiene alcuna misura per ridurre nell’immediato il sovraffollamento. Così, si giunge, anzi si torna, al secondo soggetto responsabile: la Lega, rappresentata non in astratto, ma nelle persone del sottosegretario Ostellari e della senatrice Bongiorno. Senza dimenticare, infine, il sottosegretario FdI Andrea Delmastro, contrario anche lui a qualsiasi misura deflattiva. Al disastro delle carceri, insomma, corrisponde un disastro politico. E Nordio, invocando un incontro con Mattarella con tempistiche del tutto fuori luogo, non fa che confermarlo.